PALERMO – Neanche gli ultimi giorni che hanno preceduto la presentazione delle liste sono serviti al centrodestra per ricucire gli strappi maturati per le elezioni nelle ex Province. La maggioranza che a Palermo viaggia compatta a sostegno del governo Schifani, sui territori si è sfaldata a causa dei veti incrociati e degli interessi locali dei vari big della coalizione nei sei Liberi consorzi che eleggeranno anche il loro presidente.
Ex Province, centrodestra spaccato in 4 realtà
Il centrodestra registra divisioni e incomprensioni in almeno quattro delle sei ex Province che andranno al voto di secondo livello. Da Agrigento a Siracusa, passando per Caltanissetta e Ragusa, il patto di coalizione non ha retto. L’accordo annunciato più volte in occasione delle riunioni del tavolo regionale, che prevedeva un candidato presidente per ciascuno dei sei partiti, è saltato.
Ad ammetterlo è anche il coordinatore regionale Udc Decio Terrana: “In queste elezioni si è scomposto il quadro politico del centrodestra facendo emergere forse più gruppi di potere che unità di intenti”, dice Terrana che parla senza mezzi termini di “fallimento del bipolarismo siciliano”.
Le scelte di Italia viva
Ne è venuto fuori un quadro frammentario che LiveSicilia aveva già raccontato e che ora, con il deposito delle candidature, è realtà. Una situazione che potrebbe portare qualche sorpresa nel voto che per il 27 aprile chiama in causa sindaci e consiglieri comunali. Nelle ultime ore si è aggiunta anche la variabile Italia viva: il partito di Renzi ha reso note le sue preferenze per le elezioni nelle ex Province.
La sfida di Caltanissetta
La spaccatura più evidente a Caltanissetta, dove il centrodestra si divide su due candidati alla presidenza della ex Provincia: il sindaco del capoluogo, Walter Tesauro, e il primo cittadino di Niscemi, Massimiliano Conti. Il primo è sostenuto dal deputato forzista locale, Michele Mancuso, da Grande Sicilia e da un pezzo di FdI che fa riferimento al parlamentare regionale Salvatore Scuvera. Dall’altra parte della barricata i meloniani vicini all’ex deputato regionale Giuseppe Catania e il resto della coalizione.
Una contrapposizione nella quale cercherà di incunearsi il candidato progressista Terenziano Di Stefano, sindaco di Gela. Nella provincia nissena, infatti, si è concretizzato il cartello ‘L’Alternativa’, con dentro Pd, M5s, Avs e Controcorrente.

Gli schieramenti in campo a Ragusa
Due candidati per il centrodestra anche alle elezioni del Libero consorzio di Ragusa. Qui la frattura ha portato Democrazia cristiana e Noi moderati a sostenere il sindaco di Acate Gianfranco Fidone, espressione del deputato regionale Ignazio Abbate. Forza Italia, FdI, Grande Sicilia e Lega hanno scelto invece la sindaca di Comiso (città del capogruppo dei meloniani all’Ars Giorgio Assenza) Maria Rita Schembari.
In quest’ultimo fronte anche quattro sindaci ragusani. Sono Peppe Cassì (Ragusa) Maria Monisteri (Modica), Mario Marino (Scicli) e Giuseppe Dimartino (Santa Croce Camerina). Sul fronte del centrosinistra le speranze sono riposte nel sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna.

La ‘battaglia’ di Agrigento
Grande Sicilia e Forza Italia a braccetto in provincia di Agrigento, a sostegno dell’ex di Iv Giuseppe Pendolino, oggi sindaco di Aragona. All’ombra dei templi il Partito democratico si è inabissato non presentando il proprio simbolo né quello de L’Alternativa. Nel territorio del capogruppo all’Ars Michele Catanzaro, un pezzo consistente dei Dem ha deciso di sostenere le liste civiche del candidato proposto dall’autonomista Roberto Di Mauro, attuale assessore regionale all’Energia. Pendolino è sostenuto anche dal duo forzista Riccardo Gallo Afflitto–Margherita La Rocca Ruvolo.
Dc, Noi Moderati, FdI, Lega e Udc si schierano invece al fianco del sindaco di Palma di Montechiaro, Stefano Castellino. Quest’ultimo è espressione della frangia meloniana vicina al deputato nazionale Calogero Pisano. La vittoria finale resterà comunque un affare di famiglia per il centrodestra dal momento che nessuna candidatura è arrivata dall’area progressista.

I nomi in corsa a Siracusa
Divisioni anche per il centrodestra siracusano. Qui è Azione a dare le carte, grazie al sindaco di Siracusa Francesco Italia. Il suo capo di gabinetto, Michelangelo Giansiracusa, sindaco di Ferla, ha raccolto tra i suoi compagni di viaggio Grande Sicilia, rappresentata in provincia dal deputato autonomista Giuseppe Carta. Della comitiva anche Carlo Auteri, deputato regionale eletto in FdI ma al momento al Misto dopo la sua sospensione.
Forza Italia, Noi Moderati e Fratelli d’Italia hanno presentato le loro liste senza collegarle tuttavia a Giansiracusa. L’area tra i meloniani aretusei è pesante per via della contrapposizione tra Auteri e il parlamentare nazionale Luca Cannata. Il Pd, che per diversi giorni è sembrato sul punto di sposare ufficialmente la candidatura di Giansiracusa, ha virato sul sindaco di Carlentini, Giuseppe Stefio.

Le partite di Trapani ed Enna
Le uniche due competizioni nelle quali il centrodestra appare a ranghi compatti sono quelle di Trapani ed Enna. Nella provincia più occidentale della Sicilia il nome scelto dalla coalizione è quello di Giovanni Lentini sindaco di Castelvetrano. C’è però l’incognita rappresentata da Stefano Pellegrino, capogruppo di Forza Italia all’Ars che avrebbe preferito un accordo con il sindaco di Mazara del Vallo Salvatore Quinci.
Quest’ultimo, che ha ufficializzato la sua candidatura sotto le insegne del civismo ma che governa Mazara anche grazie al centrodestra, è stato appoggiato ufficialmente da Pd, M5s, Psi e Controcorrente i quali però non presentano lista. A Enna centrodestra con schema classico a sostegno del sindaco di Nissoria, Rosario Colianni. La sfida in questo caso è con il primo cittadino di Calascibetta, Piero Capizzi.