“Tutto mi piace tranne che polemizzare, men che meno polemizzare con Cuffaro. Vedo che i termovalorizzatori gli sono rimasti fissati in testa”. Principia così l’ex presidente della Regione Raffaele Lombardo, quando gli si chiede un commento su quanto dichiarato da Totò Cuffaro sentito dalla commissione Antimafia dell’Ars nell’ambito dell’indagine sui rifiuti in Sicilia. Cuffaro ha rivendicato la scelta di costruire i quattro termovalorizzatori affermando che con i governi di Lombardo si voltò pagina virando invece sulle discariche, dove, ha detto Cuffaro, “si annidano il malaffare e l’illegalità”.
“Non mi va di polemizzare, tanto più con Cuffaro che sui termovalorizzatori ricorda male”, dice Lombardo al cronista.
Cosa ricorda male?
“La gara fu annullata non certo dal Governo regionale ,bensì dalla Commissione europea per deficit di pubblicità ,infatti non era stata pubblicata sulla GUCE . Non dimentichiamo che si trattava di un project financing da 4,5 miliardi di euro. Tentammo pure con una nuova gara ,per evitare contenziosi. Ma alle giuste condizioni: l’obbligo di adeguare gli impianti alle migliori tecnologie e alla salvaguardia dell’ambiente e il ridimensionamento in relazione ai rifiuti realmente prodotti e all’incremento della differenziata previsto e anzi prescritto dall’Unione Europea. Non potevamo consentire il rischio delle emissioni di diossina, né prevedere una sovrapproduzione che incideva sui conti del project. La gara andò deserta”.
I suoi furono i governi delle discariche?
“Affatto. Il nostro piano era incentrato sulla raccolta differenziata e sugli impianti di compostaggio. Ricordo che me ne occupai personalmente dopo le dimissioni dell’ex prefetto Giosuè Marino, sbloccandolo alla Protezione Civile nazionale allora diretta dall’attuale capo della Polizia, il prefetto Franco Gabrielli. Al piano lavorarono la ex-prefetto di Catania Cancellieri che sarebbe divenuta ministro degli Interni e tecnici del livello di Federico Vagliasindi ordinario di Ingegneria sanitaria e ambientale oltre che i dirigenti di alcuni Ato virtuosi”.
Ma il piano si bloccò tra le polemiche.
“Le polemiche si scatenarono sull’abolizione dell’ Arra, l’agenzia acqua e rifiuti e sul mancato riconoscimento alle ditte aggiudicatarie di un presunto danno di 329 milioni, costi che ritenemmo eccessivi. Non potevo consentire che si sperperassero i soldi della Regione. Il piano era incentrato sul concetto di rifiuto come risorsa. Con l’implementazione della “differenziata” e cogli impianti di compostaggio si riciclano le varie componenti,dalla plastica al ferro, e dall’umido si ricava il compost che è un fertilizzante per l’agricoltura”.
Sì, solo che i termovalorizzatori non si fecero, i rifiuti continuarono a finire in massa in discarica, ingrassando un business gigantesco, e non si sono fatti passi avanti.
“Concluso il mio mandato, fu presentato ricorso, mi pare da parte di Confindustria. Conosce bene la storia l’ex pm Marino che fu il primo assessore ai rifiuti di Crocetta”.
E durante i suoi governi? Ci furono ingerenze?
“Pier Carmelo Russo visse sotto scorta, non era uomo e non eravamo uomini da subire ingerenze o ‘tentazioni’. In Giunta nel marzo approvammo la sua relazione sulla vicenda dei termovalorizzatori e subito dopo la consegnammo io e lui alla Procura di Palermo. Di ingerenze della criminalità avevano parlato nel 2007 il Procuratore Scarpinato e prima la Corte dei Conti e di tavolino scrissero i Tar e i Cga. Io fui chiamato a riferire alla Commissione Antimafia e alla Commissione parlamentare contro le infiltrazioni della Criminalità e le nostre scelte furono elogiate appunto perché contraria agli interessi mafiosi ”.
Intanto, per quanto di valore siano state le persone a occuparsi dei rifiuti, per anni la Sicilia è rimasta indietro.
“Dipende anche da noi. L’altro giorno dopo anni ho percorso la vecchia statale per Caltagirone. Una vergogna, una enorme discarica a cielo aperto. Per impedire lo sconcio si dovrebbero presidiare tutti gli angoli delle strade? Oggi il governo regionale fa bene a puntare sul biogas e sul compostaggio e molti Comuni vantano alti livelli di differenziata. Mi sembra la direzione giusta”.
Andrà anche lei a parlare in commissione Antimafia?
“Spero proprio di no. L’ho già fatto sul cosiddetto sistema Montante e le assicuro che tornare nel Palazzo non mi è proprio piaciuto. Lei potrebbe domandarmi se non voglio tornare sul luogo del delitto. Solo che con la vittima lei ci sta parlando”.
Come vede le grandi manovre in corso al centro in queste settimane, Renzi e gli altri?
“Non le vedo, se ho qualche idea me la tengo per me. Come le ho già detto in passato, politica mai più, non me ne occupo”.
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