Cutuli intercettato, il legale: |"Nessun passaggio di denaro" - Live Sicilia

Cutuli intercettato, il legale: |”Nessun passaggio di denaro”

Ecco cosa risulta dagli atti degli inquirenti.

LE CARTE DELL'INCHIESTA
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CATANIA – “Nessun passaggio di denaro” secondo Dario Fina, legale di fiducia di Salvo Cutuli, il giornalista catanese arrestato con l’accusa di corruzione. Agli atti degli inquirenti, di cui Livesiclia è in possesso, ci sono le intercettazioni delle conversazioni con l’ex sindaco di Aci Catena Ascenzio Maesano. “Ascolta Ascenzio a noialtri tutto sommato un contributo…tu mi devi capire a volo…per la campagna elettorale a noi ci serve…che spacchio ci interessa…te li prendi e te li metti di lato no?  Insieme a lui, il 19 agosto del 2016, c’è Ascenzio Maesano, in quel momento sindaco di Aci Catena. Secondo le ipotesi della Dia, Cutuli avrebbe veicolato tangenti per convincere Maesano a eliminare le penali nei confronti della Senesi.
“Hai capito perciò – aggiunge Cutuli – tu approfittane di questa cosa, che spacchio ti interessa…per la campagna elettorale…sono cose gratis e poi io sono pulito…a me la minchia non me la rompe nessuno e poi so io come prenderlo a lui, tranquillo. Vedi di sistemare questa cosa ad Aci Catena, bastardo del demonio dov’è messo”. “Che devo fare?”, chiede il sindaco di Aci Catena. “Questa di Aci Catena sistemala – risponde Cutuli – non ci rompono la minchia tutti quanti a questo cristiano, onestamente ha ragione”.

Maesano assicura: “Ora cerchiamo di sistemargliela”. “Non manca a te – aggiunge il giornalista – sistemaci questa cosa, che dobbiamo fare il contratto, puttana del tuo cuore, vediamo, anzi, sistema tutte e due le cose: la prima la sai e la seconda la sai pure, fagli togliere ste spacchio di multe che ci stai rompendo la minchia con ste multe”.

Cutuli confida che “lui”, l’amministratore della Senesi secondo gli inquirenti, avrebbe preso a cuore il sindaco Maesano. “Io gli ho detto – insiste il giornalista – vedi che io ed Ascenzio siamo in campagna elettorale…perciò tu i contributi vedi come spacchio e li devi fare uscire…non me ne fotte un cazzo, lo sai, possiamo fare in questa maniera, ora gli parlo, non manca a te (rivolto ad Ascenzio ndr) lui li deve dare a me…lui con te non ha nulla a che fare…chiaro no? Io sono dalla tua parte totale non è che tu devi pensare…non ci sono discussioni…anche perché io con te me ne devo venire a lavorare, mi sono rotto i coglioni, non voglio fare più niente”.

A questo punto, Maesano insiste: “Ma in televisione devi andarci lo stesso…ci serve”.

“La televisione ci serve per le nostre cose, poi il giornale, il giornale a noialtri ci serve, al giornale mi fanno fare quello che voglio fare io…siccome io soldi non gliene domando, perciò mi fanno fare quello che voglio fare…per tre euro e cinquanta a titolo perciò che minchia m’interessa, che mi cambia, mi dici cosa mi cambia…me ne sto fottendo, io soldi non ne voglio però, certo, certo, e mi fanno fare quello che voglio”.

Secondo gli inquirenti alla Senesi interessava l’eliminazione delle penali per evitare che potesse essere pregiudicata la partecipazione a future gare.

Perché Cutuli è finito in carcere? Scrive il Gip Anna Maria Cristaldi: “Avendo il predetto mostrato con pervicacia la sua tendenza a promuovere e favorire accordi corruttivi tra imprenditoria e istituzioni proponendosi quale soggetto attraverso cui far veicolare il denaro, al riparo da indagini e controlli”. “Le conversazioni intercettate – aggiunge il giudice – hanno inoltre rivelato l’esistenza di rapporti tra il medesimo Cutuli e famigliari del Briganti, sì che una misura meno afflittiva rispetto a quella intramuraria potrebbe permettergli, a mezzo di terze persone, di impartire loro direttive, al fine di eliminare documentazione comprovante ulteriori condotte delittuose legate all’attività della Senesi Spa di cui ha dimostrato di conoscere molte cose”.

LA REPLICA – “Da una prima valutazione, ovviamente da approfondire, emergono degli aspetti che certamente vanno chiariti – dichiara Dario Fina, legale di Salvo Cutuli – Ritengo però eccessiva la misura adottata, quella di massimo rigore, proprio in ragione del fatto che si tratta di una situazione cristallizzata nel tempo e che non si poteva più ripetere per l’assenza del presunto destinatario della tangente, in quanto Maesano non è più sindaco di Aci Catena. Preciso inoltre che dagli atti non emerge alcun passaggio di denaro. E comunque – conclude il difensore – non si ravvedono le esigenze cautelari né in ordine alla reiterazione del reato né all’inquinamento probatorio”.

(ha collaborato Maria Bella)


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