CATANIA – Da Bruxelles, il suo è un punto di vista privilegiato per osservare le dinamiche della città. Anche perché il recente passato di giornalista le ha dato la possibilità di conoscere a fondo Catania e il suo Comune, il cui stato di salute è tutt’altro che buono. Michela Giuffrida, eurodeputata del Pd, e secondo alcune voci potenziale candidato sindaco per le prossime amministrative, commenta la situazione, economica e politica della città, respingendo l’ipotesi che la vorrebbe candidata, pur assicurando la propria disponibilità se dovesse essere necessario. Intanto, “assolve” il sindaco Bianco, almeno parzialmente, di fronte alla situazione finanziaria e alle difficoltà economiche dell’ente. “Catania la conosco bene e, per il mio pregresso, conosco bene quello che a Catania non va – afferma. Devo dire che la situazione è difficile, anche perché è difficile la contingenza generale nei Comuni, che purtroppo ricevono sempre meno trasferimenti dallo Stato e le cui casse sono spessissimo desolatamente vuote, che non vogliono incidere sui cittadini, anche perché farlo significherebbe mettere più tasse. Un circolo vizioso – prosegue – e c’è poco da inventarsi”.
Non nega che questo non porti scontento nella cittadinanza. “A me capita – racconta – anche a Bruxelles, di incontrare catanesi che vorrebbero di più. E a loro rispondo che questo voler di più passa anche dalla condivisione delle problematiche. Non mi sento di gettare croci su nessuno – sottolinea – proprio perché la situazione non è facile”. Difende il sindaco Bianco e ne sottolinea lo sforzo. “Ha fatto di tutto per portare avanti questa città – dice – e di questo gli si deve dare atto. Non è un sindaco che sta con le mani in mano e che ha una credibilità internazionale a livello politico e a livello istituzionale, che ha certamente giovato. Deve però fare i conti con un bilancio che piange”. Nel frattempo, però, bisogna darsi una mossa. “Ci sono città che sono state praticamente rifondate grazie ai fondi europei – afferma ancora l’europarlamentare – e non capisco perché questo non accada a Catania”.
Un problema evidente, resta però, la distanza tra il Palazzo e la città, anche per Michela Giuffrida. “Essere sindaco di Catania non è una cosa facile. Lo dico con la consapevolezza di non essere io il primo cittadino, ma con la certezza che nessuno può inventarsi trovate fantascientifiche. Quindi, dire cosa farei: dare a Catania una nuova speranza, un progetto in cui credere, condividendo con i catanesi. Forse è questo che manca – evidenzia: la condivisione. Vedo uno scollamento tra la città, che vive, che lotta, che piange e che a volte si piange addosso, che combatte, e quello che è il livello delle istituzioni. Questo è quello che si nota sempre di più – dice ancora – e mi chiedo perché non ricompattare prima di tutto la gente”.
Non è il primo cittadino, ma potrebbe forse diventarlo, se fossero confermate le voci che la vedrebbero un potenziale candidato sindaco. Ipotesi che la Giuffrida non conferma, pur lasciando uno spiraglio. “La mia legislatura ha come conclusione il 2019 – sottolinea – e io non vivo in perenne campagna elettorale. Dico però che faccio parte di uno schieramento, quello del Pd, che più che mai in questo momento, sta ripensando alla sua nuova veste, a volte anche rinnegando o perdendo un pezzetto della propria storia. Per questo io dico che sono a disposizione del mio territorio, della mia città e metto a disposizione anche quel know how che ho maturato oggi in Europa. Ma ricordo, il mio fine legislatura è il 2019. Certo – conclude – da qua ad allora tutto può accadere”.
