Da Catania a Brindisi per uccidere| Incontro in una chat per soli uomini - Live Sicilia

Da Catania a Brindisi per uccidere| Incontro in una chat per soli uomini

Il presunto assassino di Letizia Consoli è accusato del delitto di Cosimo Mastrogiovanni, trovato morto carbonizzato in una villetta in Puglia a novembre del 2014.

BRINDISI – Un ponte dell’orrore collega oggi Catania e Brindisi. Un solo assassino: spietato. Zakaria Ismaini, marocchino di 32 anni, è accusato oltre che dell’omicidio di Letizia Consoli anche dell’uccisone di Cosimo Mastrogiovanni, 64enne trovato carbonizzato in una villetta di Latiano il 13 novembre del 2014. Le due indagini sabato scorso si sono incrociate e oggi anche due conferenze stampa si sono svolte parallelamente.

Il marocchino, residente a Catania da diversi anni, è accusato dalla Procura di Brindisi di omicidio aggravato, distruzione, soppressione e sottrazione di cadavere, vilipendio di cadavere, incendio e rapina.

Un’indagine quella dei Carabinieri molto articolata e delicata. Mastrogiovanni fu ucciso la notte tra il 10 e l’11 novembre 2014. Prima sarebbe stato tramortito e poi sarebbe stato bruciato, mentre era ancora vivo, per far sparire il cadavere.

Cosa fa arrivare Ismaini a Brindisi? Una chat di soli uomini. E’ su internet che il presunto assassino e la vittima si conoscono. Zakaria e Cosimo fissarono un appuntamento: e il magrebino parte alla volta di Latiano da Catania per trascorrere un po’ di giorni in Puglia.

Per gli inquirenti l’omicidio sarebbe maturato in un contesto di prostituzione omosessuale. Il marocchino, a casa della vittima, al termine del loro incontro avrebbe cercato di derubarlo della macchina, del personal computer e di altri oggetti personali. Prima lo avrebbe aggredito e poi lo avrebbe bruciato vivo con la ferma intenzione anche questa volta, come nel bungalow della playa di Catania, di cancellare ogni traccia.

A prima vista l’incendio era apparso accidentale, ma le indagini hanno permesso di raccogliere elementi utili per determinare che si era trattato di un omicidio. Anche l’autopsia ha confermato l’ipotesi. Nei polmoni sono stati trovati residui della combustione. Prova che la vittima quando è stato appiccato il fuoco era ancora viva. I due, come detto, si erano conosciuti in una chat d’incontri appena pochi giorni prima del delitto. Ancora da chiarire, invece, il motivo dell’efferato omicidio.

 

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