Da Catania alla Sac fino a Bianco: | "Questa città è disamministrata" - Live Sicilia

Da Catania alla Sac fino a Bianco: | “Questa città è disamministrata”

A colloquio con il responsabile organizzativo di #diventeràbellissima. E ce n'è per tutti.

CATANIA. “Guardi, Catania è una città disamministrata con una giunta che scompare di fronte ad un sindaco che fa il padre-padrone ed un consiglio che è lacerato dalle divisioni. Intanto, il centro si riempie di immondizia; i solarium sono stati realizzati mai così tardi nel passato; il Comune viene commissariato per il rendiconto. Insomma, siamo in una situazione di degrado ed evidente incapacità amministrativa”.
Attacca così, Ruggero Razza. Delfino di Nello Musumeci e responsabile organizzativo di “#diventeràbellissima”. Non si tratta solo di chiacchiere estive. Di quelle consumate sotto l’ombrellone. Ma anche della consapevolezza che un centrodestra vecchia maniera non c’è (forse) più e che si prova a ripartire magari proprio dalle falde dell’Etna.

Però, Razza, è anche vero che la vostra coalizione è già stata messa alla prova prima con Scapagnini e poi con Stancanelli.
“Con Stancanelli noi ci trovammo in opposizione. Va, comunque, riconosciuto a Stancanelli di avere operato sul fronte dei conti in maniera risolutiva. Scapagnini, probabilmente, ha commesso degli errori ma non li ha commessi solo lui: li ha commessi una parte di quella coalizione che oggi governa con Bianco. E, però, se io penso alle grandi opere – il Centro, la Circonvallazione, il rifacimento delle piazze, la realizzazione di alcuni parcheggi – è tutto progettato in quella fase. La domanda è un’altra: Bianco che ha fatto in questi tre anni? Nulla”.

La Sua rischia di essere una visione troppo netta.
“Il Bianco della prima e seconda esperienza da sindaco direttamente eletto dal popolo, si trovava in contesto economico completamente opposto a quello attuale: il Comune era nelle condizioni di accendere mutui per la spesa corrente e Bianco ne ha fatti tantissimi. La città veniva da una fase di degrado e quindi riscoprire una certa vocazione verso il Centro, diede i suoi risultati. Oggi, c’è invece un consiglio “talebanizzato”, un Bianco ingessato nelle sue ambizioni e la sensazione che voglia utilizzare ancora questa sua esperienza di sindaco per ottenere qualcosa di più importante per se stesso”.

A cosa allude?
“Intanto, mi pare che sia in corsa per fare il presidente dell’Ance e succedere al sindaco di Torino. Ma, a quanto pare, potrebbe anche pensare di essere lui il candidato a presidente della Regione”.

E Lei la vede come una opzione concreta?
“Non dipende, certo, da noi scegliere il candidato del Pd. Mi limito ad osservare che per un sindaco eletto direttamente dal popolo, candidarsi alla presidenza significa dimettersi: quindi significherebbe interrompere il mandato che è un fatto già accaduto quando si era dimesso da sindaco per andare a ricoprire il ruolo di Ministro dell’Interno. Sembra un rincorrersi dei cicli storici”.

A parte qualche rara eccezione, non è che francamente l’opposizione sembri brillare.
“E’ una questione di progetto. La chiusura dell’esperienza di Raffaele Stancanelli a sindaco di Catania non ha lasciato una presenza organizzata del centrodestra in consiglio comunale. Una colpa che non è del candidato sindaco: è colpa della coalizione, certamente. Ma ci sono consiglieri come Manlio Messina o Sebastiano Arcidiacono che l’impegno lo mettono sempre. Quello che manca in questo momento è un progetto alternativo a Bianco. E questo è un momento di riflessione necessario per tutti”.

Mi sembra che alcune questioni ve le siate legate al dito: come sul Prg.
“La giunta Stancanelli sul Prg aveva lavorato cinque anni. Questa amministrazione ha deciso di strappare quel lavoro: è stato un errore catastrofico. Si tratta di un grave di valutazione perché si è voluto attendere la costituzione della Città metropolitana che però prenderà davvero vita solo tra molto tempo. Nel frattempo, gli imprenditori che devono fare? Attendere che la politica determini i propri assetti per programmare i loro investimenti? Mi sembra una follia”.

Senta, ma Nello Musumeci?
“Il presidente Musumeci non è un uomo per tutte le stagioni perché non vuole essere un uomo per tutte le stagioni. Lui, ha subito sulla propria pelle le divisioni del centrodestra che non gli hanno consentito di essere eletto a Governatore: io credo che abbia il diritto ed il dovere di dare seguito a quel progetto che aveva cominciato”.

Ovvero, si ricandida alla presidenza.
“La frase più ricorrente girando per la Sicilia è: “Ah, se avesse vinto Musumeci”. Probabilmente, il governo del Pd, di Crocetta e di Renzi stanno ricordando ai siciliani che non essere andati a votare o avere votato per la sinistra, non è stata una bella scelta”.

Mi dice qualcosa sulle recenti nomine della Sac?
“Io penso che il percorso scelto sia illegittimo. Penso che siano stati compiuti dei reati. E penso anche che abbia fatto molto male, chi si lamenta oggi, a tollerare che il presidente della Regione potesse governare l’aeroporto attraverso i suoi commissari. Noi e solo noi, abbiamo detto che occorreva scegliere una strada diversa: la verità è che Crocetta è riuscito a prendere per il sedere tutti. Chi ha compiuto questa grave scelta merita di subire, adesso, questa condizione che si è venuta a determinare”.

Che obiettivi avete da qui a qualche settimana?
“Stiamo costituendo i nostri comitati del No al referendum. Ad ottobre terremo una grande manifestazione: siamo convinti si debba individuare il candidato presidente prima dell’autunno perchè c’è bisogno in Sicilia di avere almeno otto mesi di tempo per costruire un programma e sottoporlo ai cittadini. E’ chiaro che se non dovesse esserci questa consapevolezza ce ne faremo carico da soli”.


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