Da Lampedusa a Palazzo d'Orleans | Delrio detta le condizioni - Live Sicilia

Da Lampedusa a Palazzo d’Orleans | Delrio detta le condizioni

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio è in Sicilia. La partecipazione a una "giunta allargata". Sul tavolo i temi dell'emergenza rifiuti e soprattutto quelli relativi al bilancio della Regione. Il braccio destro di Renzi: "Siamo pronti a dare una mano, ma se non hanno bisogno...". Crocetta: "Incontro positivo".

PALERMO – Si sono già incontrati a Lampedusa, nel pomeriggio. E hanno parlato sopratutto di nuovi progetti per la dissalazione delle acque. In serata si rivedranno a Palazzo d’Orleans. E, magari, in quella discussione si troverà un po’ di pepe. Rosario Crocetta e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio saranno i protagonisti di una insolita giunta di governo “allargata”, appunto, al sottosegretario alla presidenza del Consigli dei ministri. Con loro anche il sottosegretario alla Pubblica istruzione Davide Farone.

Sul tavolo principalmente due questioni: la gestione dei rifiuti in Sicilia e, soprattutto, lo stato di salute della casse della Regione, in vista di una difficilissima manovra Finanziaria.

Sul primo punto sembra essere chiara ormai una cosa: il commissariamento per l’emergenza rifiuti, auspicato qualche settimana fa dal governatore, non arriverà. La Sicilia dovrà cavarsela con le proprie forze e senza provvedimenti di urgenza. Sulla gestione delle discariche, però, ecco giungere una buona notizia da Trapani, dove una proroga di sei mesi consentirà alla discarica di non chiudere.

Ma a tenere banco, stasera, saranno soprattutto i temi del bilancio. Si tratterà, nella sostanza, della prima “puntata” di quel dialogo in occasione del quale la Regione siciliana avanzerà le proprie richieste. Soldi, soprattutto, frutto del riconoscimento di alcune prerogative dello Statuto siciliano. Si parlerà quasi certamente degli introiti dell’articolo 36 relativo al pagamento delle imposte per le aziende che lavorano in Sicilia. E al centro della discussione anche una norma inserita nel testo dell’esercizio provvisorio.

Si tratta di un miliardo e settecento milioni che la Sicilia ha iscritto in bilancio sotto forma “accantonamento negativo”. Per entrare in possesso realmente dei soldi, il governo regionale dovrà ricevere il benestare dallo Stato, rappresentato appunto da Delrio, che a sua volta dovrebbe riconoscere alla Sicilia il diritto di incassare le somme derivanti dalle imposte sugli stipendi dei dipendenti pubblici che prestano servizio in Sicilia, ma che oggi vengono riscosse a Roma. Ma non solo.

Altra cifra da ridiscutere è quella relativa all’utilizzo, per il concorso alla Finanza pubblica, di 1,1 miliardo di euro che il governo ha recuperato dal Fondo per lo sviluppo e la coesione. Somme in realtà utilizzabili solo per gli investimenti, a meno che non si fosse itnervenuto tramite un accordo preventivo con lo Stato. Accordo che non è stato mai sottoscritto. Ma se ne discuterà da adesso in poi.

E altro tema sarà quello della compartecipazione della Sicilia alla spesa sanitaria nazionale. Al momento, la Regione contribuisce con oltre il 49 per cento della somma complessiva. Fino a pochi anni fa era del 42%. Un livello al quale la Sicilia chiederà di tornare. Una differenza che si traduce in circa 600 milioni di euro l’anno. C’è da salvare un bilancio. Anzi. C’è da scrivere un bilancio. E stasera, a Palazzo d’Orleans, iniziano ufficialmente le grandi manovre.

Giunto a Palazzo d’Orleans, Graziano Delrio ha spiegato: “Non è vero che Baccei è stato inviato da Roma. L’assessore è stato scelto dalla Regione, come è giusto che sia. La discussione nell’ambito di un miglioramento del bilancio siciliano, mi pare una discussione che va nella giusta direzione, di più autonomia e responsabilità. Da parte nostra – ha aggiunto – c’è la collaborazione con la Regione siciliana, ma a delle condizioni. Noi siamo per il lavoro comune ma se non hanno bisogno, non c’è problema… Abbiamo chiesto una serie di misure – dice – E’ chiaro che devono funzionare la partecipate, i servizi. Se si fanno le riforme e si cambiano le cose, poi si ottengono anche le possibilità per investire. La Sicilia ha grandi possibilità per il futuro e per il presente. Ci sono miliardi da spendere per il 2015”. Quindi una battuta sulla spesa dei fondi Ue: “Ero qua quando abbiamo fatto il punto sui fondi comunitari, un lavoro comune che ha portato l’Italia a non perdere neppure un centesimo. Anzi, abbiamo certificato due miliardi in più in tutto il Paese e anche la Sicilia ha raggiunto i suoi obiettivi, a dimostrazione che quando si lavora insieme, senza vittimismi e senza rivendicazionismi, ma semplicemente con attenzione e disciplina, si possono ottenere grande risultati”.

*Aggiornamento
“Il presidente della Regione – si legge in una nota di Palazzo d’Orleans – ha rappresentato a Delrio il grande lavoro di spending review già fatto, i risultati sulla certificazione della spesa europea e un quadro sintetico dei grandi progetti di riforma che si vogliono incardinare gia’ nella prossima finanziaria: città metropolitane, riforma del pubblico impiego e del settore forestazione, partecipate, valorizzazione del demanio marittimo, riforma Iacp, operazioni sul patrimonio, riduzione dell’evasione, prepensionamenti e il riassetto della dirigenza”.
“Tale piano verrà dettagliato nel corso della prossima settimana e costituirà la base per un confronto con il governo nazionale, analogamente a quanto avviene tra governo nazionale ed Europa. Dovrebbero incardinarsi una serie di riforme che trovano fondamenta all’interno dello Statuto della Regione, come trasferimento di funzioni e competenze da parte dello Stato, che dal ’46 non sono mai state rispettate. Il sottosegretario Delrio ha espresso parole di apprezzamento per il grande lavoro fatto in Sicilia affermando che questo costituisce la base di una attenzione nuova da parte del governo nazionale nei confronti della Sicilia”.

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