Capitale della Cultura e Manifesta| Una pioggia di milioni su Palermo - Live Sicilia

Capitale della Cultura e Manifesta| Una pioggia di milioni su Palermo

Orlando: "Non siamo più la città della mafia, dedichiamo questa giornata a Mattarella".

Il riconoscimento
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PALERMO – Dedica l’inno di Mameli al presidente della Repubblica, racconta dell’incontro con tour operator britannici e dell’applauso del Parlamento europeo, elenca successi come Manifesta, la capitale dei Giovani e il patrimonio Unesco, parla dell’arte e della cultura come di patrimoni senza barriere e senza limiti, con un chiaro riferimento all’accoglienza verso i migranti. E’ un Leoluca Orlando raggiante quello che in una Sala delle Lapidi gremita celebra il titolo di capitale nazionale della cultura 2018, assegnato ieri dal ministro Dario Franceschini. Una conferenza stampa trasformatasi in una dimostrazione di forza con l’Aula che accoglie bambini che suonano, semplici curiosi, il rettore Fabrizio Micari, i sovrintendenti Francesco Giambrone e Giorgio Pace, gli artisti Salvo Piparo e Gianni Nanfa, il presidente di Gesap Fabio Giambrone, il presidente del consiglio Toto’ Orlando che fa gli onori di casa, la giunta, consiglieri comunali e futuri candidati.

“Ieri l’assessore Cusumano, tornando in aereo a Roma, diceva di stare arrivando nella Capitale – ha detto il Professore – questa non e’ più la città della mafia. Da tre anni le abbiamo azzeccate tutte: il patrimonio Unesco, la capitale dei giovani, quella della cultura, Manifesta. Questi singoli eventi sarebbero bastati da soli per almeno dieci anni e invece ora si sommano. Il 2018 sara’ anche l’anno europeo dei beni culturali e Palermo sara’ il volto dell’Italia”.

Un discorso che non risparmia stoccate ai “nemici della contentezza”: “Non siamo l’ombelico del mondo – ha continuato Orlando – ma dobbiamo essere orgogliosi”.  Concetto condiviso anche da Micari: “Spesso abbiamo l’idea che fuori le cose vadano sempre meglio e che ci sia sempre un pero’, invece dobbiamo iniziare a ricrederci”.

Ma cosa significherà in soldoni il titolo di capitale della cultura? Il ministero stanzierà un milione, con cui il Comune intende pagare soggiorni all’estero per studenti e artisti e scambi culturali, attirando a Palermo esperti e professionisti del mondo culturale. Poi ci sono 5,4 milioni di spese in qualche modo “scontate”, ma che adesso verranno messe a sistema: dai fondi per Massimo e Biondo al Festino di Santa Rosalia, dai progetti di Natale ai fondi della città metropolitana e di altre istituzioni culturali. “Ma metteremo altre risorse – dice Cusumano – arriveremo a 8,5 milioni più i privati”. Altro capitolo e’ Manifesta, con 3,5 milioni pubblici stanziati e 1,5 che dovrebbero giungere da sponsor privati reperiti dalla Fondazione. Quasi 14 milioni, se si considerano anche i 300 mila euro di un bando del ministero per attività culturali, che potrebbero arrivare a 15. Numeri da capogiro anche per il turismo: “Manifesta, che faremo nella seconda parte del 2018, ha portato a Sanpietroburgo 1,4 milioni di visitatori, contro i 400 mila della biennale di Venezia – dice Orlando – noi ci accontentiamo di 1,3”.

Palazzo delle Aquile interverrà anche sul waterfront, con la riapertura della chiesa alla Magione che farà da punto nevralgico per Manifesta, oltre a puntare sui Cantieri culturali della Zisa: “Abbiamo assegnato tutti i capannoni, per la fine del 2017 le associazioni potranno operare”, assicura Cusumano. Altro capitolo riguarderà gli spazi culturali per i quali non verrà più fatto un bando, come precedentemente annunciato, ma verranno utilizzati con una forma mista così da trovare un accordo anche con le realtà che hanno occupato il Montevergini.

“Abbiamo detto alla commissione che avremmo presentato un piano finanziario con fondi del Comune – ha aggiunto Orlando – ma non abbiamo inserito le decine di milioni di euro che investiamo a prescindere dalla candidatura: dai 16 milioni per riqualificare il Teatro Massimo senza chiuderlo ai 3 per il Politeama”.

LE REAZIONI
“Accolgo con orgoglio il riconoscimento assegnato alla mia città che ho l’onore di rappresentare come Consigliere comunale – dice Angelo Figuccia di Forza Italia – Essere identificata come capitale della cultura è un vanto per tutti i palermitani nel mondo e potrà se ben utilizzato rappresentare un importante volano sul piano turistico soprattutto in relazione alla dichiarazione dell’Onu sul 2017 definito anno del turismo sostenibile. Non posso però non sottolineare lo stato di degrado in cui purtroppo versa la nostra città, dalle periferie completamente abbandonate al centro città desertificato a causa di una Ztl realizzata senza alcun criterio. Penso poi alla raccolta differenziata che non riesce ad essere ancora realizzata dopo anni di spot e proclami del sempreverde Sindaco Orlando e ai rifiuti che invadono la città ad ogni angolo. Una città, quella che Orlando ci consegna dopo questi ultimi suoi anni di amministrazione, che sarà pure capitale della cultura ma a cui mancano i più elementari requisiti per essere una città vivibile per i palermitani, che sono ormai stanchi di vuoti appellativi”.

“I palermitani non possono che essere orgogliosi del titolo di capitale italiana della cultura, che però più che un premio per le cose fatte sembra più un auspicio per il futuro”. Lo dice il consigliere comunale del Partito Democratico di Palermo Salvo Alotta. “Al netto dei proclami – spiega Alotta – Palermo resta una città che rende la vita difficile a musicisti e artisti di strada, che non sa mettere a frutto i suoi spazi culturali, che non mette a sistema i musei, che non ha biglietti integrati, che accoglie turisti e visitatori con marciapiedi rotti e strade ricolme di rifiuti, che ha monumenti riconosciuti patrimonio Unesco ma privi di guide, indicazioni o semplici servizi, che tollera occupazioni abusive e mette a repentaglio i suoi stessi gioielli, come dimostra il caso del Teatro Biondo della scorsa estate. Insomma, il titolo di capitale della cultura rischia di essere solo una goccia nel grande mare degli spot elettorali. I palermitani però stiano tranquilli: la città arriverà pronta all’appuntamento del 2018 grazie alla prossima amministrazione comunale che, senza Orlando, tornerà a far essere Palermo una capitale in tutti i settori, anche quelli in cui è fanalino di coda nelle classifiche nazionali”.

“La nomina di Palermo a capitale nazionale della cultura per il 2018 può essere l’occasione per l’affermazione della grande ricchezza di artisti che la nostra città possiede e può rappresentare un indiscutibile volano non solo culturale ma anche economico, con le infinite occasioni di lavoro, di occupazione, che può determinare”. A dichiararlo è Maurizio Rosso, segretario generale della Slc Cgil Palermo, categoria che si occupa in modo specifico del settore. “E’ una notizia che apprendiamo con entusiasmo e interesse. Da tempo la nostra categoria porta avanti con insistenza una discussione sull’importanza della produzione culturale, dei siti d’interesse del centro storico e delle tante espressioni d’arte della città – aggiunge Rosso – Bisogna da oggi in poi attivare una concertazione e una collaborazione fondamentale per far partire la macchina organizzativa. Bisogna non perdere l’occasione per fare in modo che Palermo, non solo per l’anno della nomina, ma in maniera permanente, anche grazie al percorso Unesco, diventi protagonista in Europa in modo strutturale per la sua produzione culturale”. L’Slc ribadisce alcune delle proposte fatte in questi anni. “Questa città – aggiunge Rosso – possiede circa 16 teatri e solo tre o quattro programmano una stagione. Proponiamo di partire dall’idea che anche gli altri teatri sconosciuti ai più comincino ad avere vita pulsante vera e propria, chiedendo l’attenzione del governo centrale e il coinvolgimento della classe imprenditoriale. Pensiamo a un ritorno della ‘dolce vita’ palermitana, con una stagione estiva di tre mesi tra teatro della Verdura, Palazzina Cinese, Villa Filippina, gli atri dei palazzi e Castello Utveggio. Pensiamo – prosegue Rosso – a festival della filosofia e della letteratura, a rassegne teatrali e jazz e a tutte le occasioni di attrazione non solo turistica ma culturale che può offrire questa nomina. Per far sì che Palermo, in quanto centro del Mediterraneo, diventi luogo dell’attrazione, della convivenza e dell’incontro di tutti i popoli e di tutte le culture, al pari delle migliori città europee”.

 

 


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