PALERMO – E adesso tutti sembrano voler puntare sul Grillo vincente. Tutti. Anche i più impensabili estimatori del Movimento cinque stelle. Dall’Idv di Antonio Di Pietro fino a La Destra di Nello Musumeci, adesso Grillo piace a tutti. Con cautela, ci mancherebbe. Mettendo in luce, in alcuni casi, le “peculiarità” di un movimento “utile per la protesta, meno per governare”. Ma comunque da tenersi buono. Da farsi amico. Specie in un’Assemblea in cui la maggioranza sarà testata su ogni voto, su ogni legge, su ogni singolo emendamento. Lo aveva detto ieri, Nello Musumeci. “Nessuno può tirarsi indietro. E di fronte al dramma che sta vivendo la Sicilia, non possono esistere preclusioni, per nessuno”. Nemmeno per il Grillo a cinque stelle: “E’ chiaro – ha ribadito oggi Musumeci – che Grillo non è l’antipolitica, è la politica: semmai, come noi predichiamo, la buona politica sulla malapolitica”. Una “buona politica” in grado di “intercettare un largo consenso di delusi. C’é un grave deficit di progetto nel programma – ha continuato Musumeci – però io ho un grande rispetto per tutti. Non sarà sfuggito il fatto che Grillo in questi giorni abbia avuto un atteggiamento improntato al rispetto nei miei confronti ed è un rispetto assolutamente reciproco. Dopodiché – ha proseguito Musumeci – apriremo un confronto anche con i grillini al Parlamento. La Sicilia brucia, è in ginocchio – ha concluso – e qui ormai il ragionamento non può essere fatto in base a pregiudizi ideologici”. Insomma, l’intesa, a sentire Musumeci, sembra poter viaggiare sulla volontà di voltare pagina col passato. In un equilibrismo costante tra le necessità di una campagna elettorale portata avanti tra le rapide di un sentimento di antipolitica degno, seppur diverso, dei tempi di Tangentopoli, e quelle di tenere a sé una coalizione composta da esponenti politici che invece appartengono a pieno titolo a quella stagione da chiudere. Quella nei confronti della quale “è giunto il momento di voltare pagina”.
E addirittura, quel Movimento che fino a due-tre mesi fa era guardato con una certa supponenza, con qualche beffardo scetticismo, adesso torna buono persino per strane commistioni. Per improbabili “ibridi”. Per impensabili “disgiunzioni” di voto. La proposta, della serie “famolo strano” (il voto, si intende), arriva da Rosario Crocetta: “Biasimare Grillo – ha detto il candidato – non è né giusto né utile. Biasimare i suoi elettori ancora peggio. Se tanti siciliani domenica prossima sceglieranno le liste del Movimento Cinque Stelle sarà solo ed esclusivamente per colpa della politica, di una cattiva politica che in nome della Sicilia ha fatto i danni peggiori. Per questo sono fiducioso che tanti ‘grillini’ sapranno distinguere: un voto al loro partito – ha aggiunto – e una ‘crocetta’ sul nome di un presidente che ha combattuto la mafia e l’illegalità”. Già. E una ‘crocetta’ anche per fare governare, così, anche l’Udc. Un partito che, storicamente e da un punto di vista ideologico, appare quanto di più lontano si possa pensare dal Movimento cinque stelle. E a dire il vero, non è che i ‘grillini’, dal canto loro, sembrino così “inclini” a piazzare una crocetta su Crocetta. Specie dopo le dichiarazioni del candidato di Pd e Udc che aveva sollevato dubbi di “amicizie pericolose” sul titolare dell’azienda nella quale è impiegato Giancarlo Cancelleri: “Crocetta – ha replicato il candidato-geometra – non riesce a liberarsi dalle liste che lo sostengono e che sono piene di indagati e condannati. Eviti di fare attacchi vigliacchi alle persone a me vicine”. Poi, è partita anche la querela. Non esattamente i presupposti migliori per invitare il proprio elettorato a sostenere l’eurodeputato gelese.
Eppure, il voto combinato Grillo-Crocetta, piace tanto anche a Roma. A vecchie volpi della politica italiana. “Non so – ha detto Massimo D’Alema – se Grillo sia un nuotatore così straordinario, ma dal punto di vista dell’impegno per la legalità penso che offra tutte le garanzie. Certamente – ha proseguito – aveva bisogno di farsi conoscere. Non discuto l’abilità di comunicazione, la sua capacità di creare notizie, che oltretutto fa parte del suo bagaglio professionale. A me interessa capire le ragioni per le quali tante persone sono propense a un voto che ha indubbiamente il carattere di una protesta contro la cattiva politica, contro la corruzione, che come tale dev’essere rispettato. E’ un sentimento che rispetto – ha proseguito D’Alema – quello di tante persone che pensano in questo modo di volere manifestare, testimoniare la loro protesta. Io penso naturalmente che chi vuole affermare quei valori di legalità, di buona politica può farlo votando Rosario Crocetta, perché credo che sia una risposta più convincente”.
E c’è persino chi si considera, oggi, un “precursore”. Un ispiratore dei grillini. Forse, in un certo senso, un modello. “Tutte queste cose che dice Grillo noi le stiamo facendo da tempo – ha detto il leader dell’Idv Antonio Di Pietro – e non sentirete mai parole di biasimo nei confronti del Movimento cinque stelle, perché loro protestano e quando c’é un cittadino che protesta io critico chi gli schiaccia i piedi non chi protesta. La differenza tra noi di Idv e il Movimento cinque stelle è che loro protestano e basta, mentre noi ci proponiamo come alternativa di governo alle politiche di Cuffaro e Lombardo in Sicilia e di Berlusconi a livello nazionale”. Da Musumeci a Di Pietro, passando dagli ex comunisti e dai moderati. Il giro è completo. Già, adesso Grillo, che fino a ieri non andava bene a nessuno, piace proprio a tutti. O forse, inizia a far paura a molti.