PALERMO- Per i giudici del Tar di Palermo le elezioni amministrative del 2007 nelle quali vinse Diego Cammarata su Leoluca Orlando nel capoluogo andavano rifatte. I vizi di legittimità c’erano tutti e occorrevano tempi più celeri per verificare le operazioni di voto. Eppure alla luce del tempo trascorso i giudici hanno dichiarato improcedibile il ricorso di Orlando. E’ quanto si legge nella sentenza nel merito della prima sezione presieduta da Filoreto D’Agostino, estensore e Caterina Criscenti, consigliere. L’attuale sindaco, sconfitto nel 2007, chiedeva l’annullamento di tutte le operazioni elettorali. “Non v’è dubbio – hanno sostenuto i giudici – che la denunziata irregolarità relativa alla consegna dei plichi, recanti la documentazione delle operazioni del seggio, a personale non identificato sia gravissima e determini, se riferita ad un numero elevato di sezioni, una valida ragione di annullamento dell’intero procedimento”. “In questo caso – aggiungono i giudici – l’irregolarità ha riguardato 192 sezioni su 600, cioè circa un terzo, con l’effetto di rendere seriamente perplesso l’esito dell’intera consultazione”.
“Dopo aver vissuto in pressoché totale solitudine e fra tante incomprensioni quella che era una battaglia per Palermo – ha commentato il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando -, per la libertà del voto dei cittadini e per la difesa della democrazia in una terra in cui i procedimenti elettorali sono stati spesso condizionati dalla mafia, non posso che prendere atto di una sentenza che si commenta da sola, tanto per il contenuto quanto per i tempi in cui si è concretizzata.Non posso che chiedere al Governo, e segnatamente al Presidente del Consiglio e al Ministro della Giustizia, che si attivino per verificare eventuali responsabilità e storture legislative che hanno permesso un così incredibile e dannoso per i cittadini ritardo nell’emissione della sentenza, che arriva tardi, quando i danni per l’intera comunità cittadina sono gravissimi. Allo stesso tempo – conclude Orlando – trasmetterò alla Procura della Repubblica la sentenza e gli atti dell’intero procedimento affinché si verifichi se vi sono reati non ancora prescritti per i quali accertare e sanzionare eventuali responsabilità”.