CATANIA – Non solo Acireale. Nicola D’Agostino diventa leader di riferimento anche a Palazzo degli Elefanti. Catania Futura è il nuovo gruppo del Consiglio Comunale che sintetizza il progetto politico iniziato dal deputato regionale nelle Aci e che pian piano ha conquistato anche la terra dell’Elefante. E D’Agostino non nasconde di essere l’anima ispiratrice, insieme a Nico Torrisi, di questo gruppo. Ma il parlamentare precisa: “Non sono dietro, ma davanti, io assieme a tanti amici”. E il gruppo, che al suo battesimo era composto da Carmelo Coppolino, ex Grande Catania, capogruppo, Alessandro Messina, proveniente dal Misto e Salvo Spadaro, ex con Bianco per Catania, sembra destinato a raccogliere sempre più consensi. E già in pochi giorni ci sono state le prime adesioni. Complice di queste migrazioni il momento di fibrillazione che si sta vivendo a Palazzo, con defezioni e nuove ricomposizioni: effetto anche dell’addio di Lino Leanza ad Articolo 4 e la nascita di Sicilia Democratica. E sulle scelte del collega ed ex compagno di partito D’Agostino afferma: “Coerente con il suo modo di fare politica”. Catania Futura, comunque, assicura il deputato acese “sosterrà l’azione del sindaco di Catania, che però – precisa – deve essere un’azione di fondamentale cambiamento in tante cose”.
Dietro la nascita del gruppo Catania Futura a Palazzo degli Elefanti c’è Nicola D’Agostino?
Non sono dietro. Nasce un gruppo dove tanti amici si riconoscono in un progetto e non nascondo di esserci anche io assieme a loro. Davanti, però, non dietro.
Da quale base si parte?
Noi crediamo che in questo territorio esista una realtà complicata. Parlo di Catania, così come parlo della provincia, della Sicilia e dell’Italia. Credo che piuttosto di avere atteggiamenti pregiudiziali e contrari bisogna avere un pregiudizio in positivo e aiutare le amministrazioni comunali.
Totale intesa con il sindaco Bianco?
Io ho sostenuto in campagna elettorale Enzo Bianco e quindi, anche per coerenza e per convinzione, credo sia doveroso continuare a sostenere l’azione del sindaco di Catania in un momento di così grande difficoltà.
Quindi, sostegno pieno?
Il gruppo Catania Futura non ha pregiudizi contrari, semmai ha un pregiudizio in positivo che è quello di aiutarlo nell’azione amministrativa, che però deve essere un’azione di fondamentale cambiamento in tante cose. Sapendo pure che oggi ci si ritrova a convivere con grandi difficolta di bilancio e con una grande incertezza amministrativa legata al fatto che la Regione così come lo Stato possano essere adempienti alle aspettative che comunità importanti, così come Catania lo è, possono avere. Credo che questo percorso lo si possa fare insieme e speriamo sia un percorso proficuo.
Se le dico solo “Città Metropolitana”.
Siamo davanti ad un problema che è stato gestito con grande confusione. La Regione Siciliana aveva approvato una riforma che diceva una cosa e adesso ho la sensazione che il presidente si sia convinto che questa riforma non funziona e, quindi, il rischio è che si vada ad una adesione totale alla cosiddetta Delrio.
Cosa significa a livello pratico?
Alla fine non cambierà nulla. Spero però che cambieranno i rapporti tra centro, in questo caso Catania, e periferia, che saranno tutti i comuni della Provincia. Io ero francamente per difendere la riforma approvata nel parlamento regionale della quale alla fine mi ero convinto e della possibilità di creare dei Liberi consorzi comunali, ma la legge venne impostata e approvata malamente perché la necessità di dover fare un referendum confermativo era in pratica un modo e un pretesto per non fare costituire i liberi consorzi e di lasciare le cose così come sono sempre state. C’è un atteggiamento conservativo di forze politiche che si dicono progressiste ma invece sono conservatrici che vogliono che l’esistente rimanga sempre così. Probabilmente non è importante né avere una Provincia né avere una Città metropolitana e neppure un libero consorzio. Questa è la vera verità.
Come vede il progetto di Lino Leanza?
Lino Leanza sta continuando con la sua strada. E’ una strada di autonomia, l’ha impostata giàdiversi anni fa. Ha fatto questa esperienza di Articolo 4, ora di Sicilia Democratica. Credo che sia coerente anche con il suo modo di fare politica. E quindi gli faccio i miei migliori auguri.
Cittadini sempre più lontani dalla politica.
Deve cambiare la politica. Deve essere una politica completamente diversa da come tutti, me compreso, l’abbiamo interpretata nel passato e nel recente passato. Oggi c’è la difficolta da parte dei cittadini di trovarsi al loro agio quando sono in contatto con i loro amministratori. Quindi l’esigenza è che siano i politici a risintonizzarsi con i cittadini. Non devono essere i cittadini a capire i politici, ma devono essere i politici a capire e ad interpretare le esigenze dei cittadini che devono essere considerati cittadini e non elettori. Se si capisse questo ci potrebbe essere quello scatto culturale che mette nelle condizioni il politico di recuperare quel livello di umiltà che si è perduto e che poi fa perdere il contatto con la gente. Se non sappiamo ascoltare la gente non saremo capaci di interpretare i veri bisogni; soprattutto in momenti di difficoltà come questi dove ogni parola pesa dieci volte di più che in passato e ogni atto e fatto ha un’importanza cento volte superiore.