Turismo, tra Covid, guerra e rincari: "Aumenti? Inevitabili" - Live Sicilia

Turismo, tra Covid, guerra e rincari: “Aumenti? Inevitabili”

Le nostre domande a Nico Torrisi, presidente di Federalberghi Sicilia.
L'INTERVISTA
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3 min di lettura

La fine dello stato di emergenza pandemica legata al Covid-19, in vigore, a meno di sorprese dell’ultimo momento, fino al 31 marzo spinge a pensare ai viaggi e al turismo anche alla luce delle minori restrizioni previste, e già in atto, non solo per l’accesso nelle strutture sanitarie ma anche per gli spostamenti di piacere. In questo scenario entra di diritto la Sicilia con le sue strutture ricettive pronte ad accogliere i turisti in arrivo. Quali sono le previsioni di incoming nell’Isola per le prossime settimane e per la Pasqua, seconda festività religiosa più importante? Come hanno influito questi due anni sulle strutture ricettive siciliane e in che modo influirà questa guerra sul turismo e sulla propensione alla spesa di single e famiglie? È stato Nico Torrisi, attuale presidente di Federalberghi Sicilia, a rispondere alle nostre domande sulla situazione attuale del comparto e sugli sviluppi del prossimo futuro.

Quali sono le previsioni turistiche per la Pasqua 2022?
“A causa delle restrizioni che sono rimaste per due anni in vigore e che solo adesso, a partire proprio dai primi di marzo, stanno per essere allentate (per esempio, con l’eliminazione di tamponi e quarantene anche dai Paesi extra UE) non prevediamo, purtroppo, un ponte pasquale particolarmente ricco di presenze turistiche. Quantomeno dall’estero. Pasqua è troppo vicina e il peso di queste restrizioni impatterà pesantemente. Confidiamo però che la Sicilia riesca, comunque, a svolgere il suo tradizionale ruolo attrattivo nei confronti della clientela nazionale, anche magari con prenotazioni last minute. Si sta verificando però una tendenza, molto positiva, che è quella dell’anticipo delle vacanze estive: i portali di prenotazioni confermano già per giugno un vero e proprio boom di presenze, anche estere, soprattutto per le località marine. Segno del fatto che c’è voglia di vacanze e di spensieratezze, dopo i lunghi mesi invernali ancora una volta segnati dall’emergenza pandemica”.

La fine dell’emergenza Covid per fine marzo aveva aperto spiragli interessanti per le strutture dell’Isola?
“Sicuramente la cessazione dello stato di emergenza avrà, anche a livello psicologico, un forte impatto sulle persone, e intendo qualcosa che vada ben oltre la voglia e il desiderio di andare in vacanza, e quindi le ricadute sul turismo. Detto questo, l’Italia ha affrontato molto bene i mesi invernali, ha una delle percentuali vaccinali più alte d’Europa, viene percepita come una meta sicura: ritengo quindi che saranno tutte queste componenti fondamentali a far sì che si possa finalmente parlare di un ritorno alla normalità anche per il comparto turistico siciliano. Che costituisce il motore dal quale ripartire”.

L’aumento dei costi dell’energia e del caro carburante influiranno sui prezzi delle strutture ricettive? Se sì di che percentuali di aumenti parliamo?
“Purtroppo è inevitabile che i costi dell’energia impattino sui prezzi. Si parla di aumenti dei costi di energia, gas e carburanti anche di 2 o 3 volte rispetto a un anno addietro: gli imprenditori del turismo sono sempre stati molto attenti a non far ricadere sull’utenza gli aggravi che – soprattutto negli ultimi due anni, in materia di contenimento pandemico – hanno dovuto affrontare. Ma stavolta è inevitabile: gli aumenti ci saranno, speriamo solo di riuscire a contenerli per venire incontro, come sempre, alla clientela”.

Pur non potendo fare previsioni a breve e a medio termine, l’inizio di questa guerra rappresenta un nuovo ostacolo per il turismo in Sicilia?
“Al momento, l’unica cosa che mi sento di dire è che spero con tutto il cuore che le operazioni diplomatiche possano mettere fine, al più presto, a un conflitto che ha già portato indicibili sofferenze anche alla popolazione civile. Non riesco a pensare al turismo e alle ricadute economiche quando a così breve distanza dai nostri confini, in città che fino alla settimana scorsa erano collegate con i nostri aeroporti in un reciproco scambio di turisti e viaggiatori business, ora ci siano i bombardamenti”. 

Quanto influisce, sul turismo siciliano, la presenza di turisti russi?
“Fatto salvo quanto detto, la Sicilia è una terra molto amata dalla clientela russa, quindi sì, potrebbe portare a ricadute notevoli. Ma confidiamo nella pace, e che questa possa portare di nuovo a viaggiare anche da e per le meravigliose città russe”.


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