PALERMO – Cinquantanove anni, nativo di Vittoria, in provincia di Ragusa, Salvatore Cirignotta è un magistrato che ha iniziato la sua carriera nell’Amministrazione penitenziaria, fino al 1999. Nel 2000 il primo incarico nel settore della Sanità, all’Ausl di Latina, dove è nominato direttore generale. Ci resterà fino al 2002. Dopo quell’esperienza ecco la nomina a direttore del Dipartimento sociale della Regione Lazio, e quella di commissario straordinario di istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (Istituto Fisioterapici ospitalieri, Istituto Regina Elena e Istituti S.maria e San Gallicano).
Dal giugno del 2006 ha fatto rientro nella magistratura ordinaria come Giudice del Lavoro al Tribunale di Roma. È il 2009 quando viene nominato, con decreto del Presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo, direttore generale dell’Azienda Sanitaria provinciale di Palermo. Una scelta che sembra essere stata caldeggiata fortemente dal collega magistrato Massimo Russo. Un incarico durante il quale si impegnò a portare avanti una guerra agli sprechi e agli incarichi esterni. Nonostante ciò, nell’estate del 2012, per Cirignotta (che nel frattempo aveva ricoperto anche il ruolo di Commissario straordinario dellAsp di Ragusa), come per altri manager, arriva la bocciatura dall’Agenas, l’organo di valutazione sulle performances dei dirigenti della Sanità. L’ultimo capitolo della storia – ancora tutto da scrivere – è l’arresto per la questione dei pannoloni.
