D’Alema lancia il fronte del no| Crisafulli: “Io il primo dalemiano” - Live Sicilia

D’Alema lancia il fronte del no| Crisafulli: “Io il primo dalemiano”

L’ex premier si prepara all’appuntamento di settembre accolto da una platea che nella maggior parte voterà No. Sono i dalemiani siciliani, tutto fuorché una specie in via di estinzione.

CATANIA – D’Alema lancia il fronte del no al referendum e rovina la festa ai renziani. Chi pensava di metterlo nell’angolo invitandolo a parlare esclusivamente di politica estera l’ha sottovaluto. Parliamo comunque di un «peso Massimo» nell’agone pubblico nazionale. L’ex premier si prepara all’appuntamento di settembre accolto da una platea che nella maggior parte voterà No. Sono i dalemiani siciliani, tutto fuorché una specie in via di estinzione. “Non sono l’ultimo dalemiano: io sono il primo”, tuona il campione di preferenze ennese Mirello Crisafulli indicando con orgoglio la vasta platea presente al dibattito. La truppa non è mimetizzata, semplicemente non è ancora scattata l’ora X. “Verranno fuori quando il capitano riterrà di doverli riunire”, annuncia il ras ennese. Una chiara presa di posizione che cozza con le dichiarazioni di un altro “dalemiano” del tempo che fu: Fausto Raciti. Il segretario regionale del Pd dice che “non è mai esistita una corrente organizzata”, semmai “D’Alema ha avuto la stima e la fiducia di un’ampia parte della sinistra”.

Un gruppo che ha sensibilità diverse e sta nel partito con le proprie posizioni, anche differenti. C’è da chiedersi se e quando gli ex fedelissimi, che si sono sciolti come neve al sole al richiamo delle sirene renziane o meglio della maggioranza, faranno ritorno all’ovile. In effetti, la diaspora dei dalemiani siciliani crea un quadro composito: il deputato regionale Antonello Cracolici (che fatto coming out in platea dichiarando il suo Sì al referendum) legato ai giovani turchi di Orfini, la deputata Concetta Raia approdata al gruppo di Cesare Damiano, la senatrice Anna Finocchiaro ormai entrata nelle grazie del premier e Capodicasa che ha trovato rifugio in casa bersaniana. La roccaforte sicula di baffino, però resiste. Lo conferma il deputato messinese Filippo Panarello, in prima fila ad applaudire D’Alema. “Per essere dalemiani, basta non essere renziani e non siamo pochi semplicemente in questo momento non c’è un gruppo organizzato”. Un altro “nostalgico” è il siracusano Pippo Zappulla, una vita nella Cgil con radici solide nel terreno della sinistra.

Ma la prova del nove sarà il referendum. Il Lìder Màximo è chiaro: la riforma costituzionale è “sbagliata, non convince e spacca il paese”. “Le riforme fatte male, fanno male”, dice l’ex premier. E, da leader navigato, non si limita a una critica della riforma costituzione, ma si presenta con una controproposta sintetizzabile in tre punti: “Ridurre il numero di deputati, dimezzare il Senato, voto di fiducia solo alla Camera”. E sferzante aggiunge che il testo “va scritto in un italiano comprensibile”. E’ in gran forma D’Alema e non si fa mettere il bavaglio da nessuno. Il Lìder Màximo non lesina battute al vetriolo al suo ex delfino Matteo Orfini che pochi giorni fa aveva ironizzato dicendo che l’ex premier è finito con i girotondini. “Orfini dovrebbe essere più rispettoso anche per motivi anagrafici”. Insomma, difficilmente la frattura tra baffino e l’ex delfino si potrà sanare. Orfini in futuro difficilmente vestirà i panni del figliol prodigo. E gli ex colonnelli siciliani? Bisogna capire dove soffierà il vento. La cartina al tornasole sarà il voto referendario.  Ma la chicca la regala sempre il buon Mirello Crisafulli: “Perché non chiedete a Rosario Crocetta come voterà al referendum?”.

 

 

 


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