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Tutti da Mattarella | Via alle consultazioni

Si parte con i presidenti di Camera e Senato.

Il dopo voto
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ROMA – Inizieranno mercoledì le consultazioni fra il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e le rappresentanze di Camera e Senato, in vista della formazione del nuovo governo. L’avvio degli incontri avviene a un mese dal voto. Una partita importante e allo stesso tempo complicata: è possibile, infatti, che si rendano necessari più giri di consultazioni al fine di consentire a Mattarella l’affidamento dell’incarico per la formazione del governo. Ad aprire la due giorni di fuoco del Quirinale saranno i neopresidenti di Senato e Camera, rispettivamente Maria Elisabetta Alberti Casellati e Roberto Fico, attesi in separata sede nella mattinata di mercoledì.

Poi sarà il turno di Giorgio Napolitano, presidente emerito della Repubblica, che farà visita al proprio successore intorno alle 12.30. Nel pomeriggio, saranno quattro le compagini che saliranno al Colle: inizieranno gli Autonomisti del Senato (Gruppo “Per le Autonomie” SVP-PATT,UV), i componenti del Gruppo Misto (presente in entrambi i rami del Parlamento) e – a conclusione del primo giorno – sarà la volta dei capigruppo del partito di Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia.

La giornata di giovedì sarà dedicata ai ‘big’ di questa legislatura. Alle 10 giungeranno al Quirinale i rappresentanti del Partito democratico (sicura, oltre ai capigruppo, la partecipazione del “reggente pro tempore” del partito Maurizio Martina). A loro faranno seguito quelli di Forza Italia, per concludere la mattinata con Matteo Salvini e la pattuglia leghista: si conferma quindi lo scenario prefigurato dallo stesso leader del Carroccio qualche giorno fa, con il centrodestra “separato” e non in un’unica delegazione al cospetto di Mattarella. L’epilogo di questo primo giro vedrà dal presidente il gruppo più consistente nelle aule del nuovo Parlamento, quello del Movimento 5 stelle guidato da Luigi Di Maio.

Ultimate le consultazioni, Mattarella dovrebbe pronunciarsi fra la giornata di venerdì e l’inizio della prossima settimana. Nel caso in cui non ci fosse una chiara maggioranza in grado di dare la fiducia a un esecutivo, lo stallo porterebbe ad una nuova serie di incontri tra il Capo dello Stato e i gruppi di Camera e Senato.

Una situazione abbastanza incerta – quindi – che vede all’orizzonte come aggravante due importanti scadenze per la vita economica del paese: il varo del Def (testo base della finanziaria 2018) da parte del Consiglio dei ministri, previsto obbligatoriamente entro il 10 aprile, e l’approvazione dello stesso Documento Economico Finanziario da parte del nuovo Parlamento. L’atto sarà al vaglio delle Camere nella seconda parte del mese, per essere varato ed inviato a Bruxelles entro giorno 30.


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