Faraone: "Miccichè sputtanato, l'ipocrisia di Forza Italia"

Faraone: “Miccichè sputtanato, l’ipocrisia di Forza Italia”

L'onorevole renziano e il caso Miccichè. Parole fortissime contro tutti.

Onorevole Davide Faraone cosa pensa del cosiddetto caso Miccichè?
Della droga penso il peggio possibile e degli spacciatori ancora di più, c’è la criminalità organizzata dietro, bisogna essere duri e contrastare lo spaccio, che uccide tanti nostri ragazzi con enormi fragilità che scelgono la droga come terapia. C’è un’inchiesta e noi dobbiamo sostenere la magistratura e le forze dell’ordine e augurare loro di fare un buon lavoro e di perseguire i delinquenti….

Detto questo?
…Ma questo con l’affaire Miccichè c’entra soltanto relativamente. Sicuramente non c’entra nulla col suo sputtanamento in mondovisione. Penso poi che nel partito di Miccichè ci sia una grandissima e disdicevole ipocrisia: in passato per inchieste con ipotesi di reato ben più pesanti, in nome del garantismo, Forza Italia ha difeso i suoi dirigenti e anche i dirigenti di partiti alleati. Ha difeso indagati e a volte addirittura condannati in appello, anche per reati di mafia, definendoli vittime di una giustizia malata. E oggi nessuno è riuscito a spiccicare una sola parola, per uno dei suoi che nemmeno risulta indagato dalle carte dell’inchiesta, anche se è stato condannato dai giornali e nei bar. Ricordate quello che veniva detto dagli ambienti azzurri sul processo Ruby? Riferendosi a Berlusconi, io ricordo il refrain a una sola voce: ‘L’unico eccesso cui abbiamo assistito è stato quello di guardare dal buco della serratura della vita privata di una persona, per cercare di distruggerne l’immagine. Tutto ciò, in un Paese civile è inaccettabile’. Può essere o meno condivisibile, ma questa è stata la misura che Forza Italia si è data, sin dalla sua nascita, che io da garantista, ad esempio, non ho sempre condiviso perché a volte scambiava il garantismo con l’impunità per i potenti. Una misura che per Miccichè è andata a farsi benedire. C’è la crisi di un partito, ma c’è tanto altro.

Ma non è opportuno conoscere i comportamenti di un uomo con responsabilità pubbliche?
C’è un’inchiesta e vedremo come si svilupperà, i magistrati dicono che Miccichè acquistava la droga, Miccichè dice che non è vero. Ma, in sincerità, qualcuno aveva bisogno di questa inchiesta per sapere che Miccichè aveva fatto in passato uso di sostanze stupefacenti? Chi dice che non sapeva, mente sapendo di mentire. Lo aveva ammesso lui stesso parecchie volte, dicendosi pentito. Miccichè è stato sempre un mio avversario politico, non l’ho mai votato quindi non ho bisogno di difendere una mia scelta. Ma dove sono finiti i tanti leccapiedi che sbavavano appena pronunciavano il nome Gianfranco e che, fino a qualche mese, fa pendevano dalle sue labbra e lucravano benefit? Chi in questi anni è stato alla sua corte sapeva già con chi aveva a che fare, chi lo ha votato sapeva chi era, con i suoi pregi e i suoi difetti. Si scoprono puritani adesso che hanno trovato un’altra corte a cui dedicare servigi?

Dunque?
So che oggi per tanti Micciché è il mostro, so che è impopolare sostenere una posizione come la mia, ma non sono un populista che adatta il suo pensiero a quello della maggioranza, dico quello che penso, sempre. Miccichè non è indagato eppure titoli dei giornali sono tutti per lui. Va a comprare la droga in auto blu col lampeggiante acceso, secondo le ipotesi peggiori, e penseresti che è indagato per peculato. No. Non lo è. Discute al telefono, parla di giorni e invece sarebbero dosi di cocaina, penseresti che è indagato per spaccio. No. Non lo è. E allora perché il suo nome è su quella ordinanza? Perché ci sono le sue foto, non mentre sniffa, non mentre passa i soldi e prende la droga e anche in quei casi per un non indagato andrebbe oscurato il volto, ma semplicemente mentre scende dall’auto blu? Io non so darmi una risposta che non sfoci nell’inciviltà. Che bisogno c’era poi di scrivere, nell’ordinanza di custodia cautelare, la discussione fra un padre e il figlio, estraneo all’indagine? Perché coinvolgere anche lui, mettendolo sulla bocca di tutti?

Ma come si può, da politici, e questa è un’ipotesi che vale per il contesto, a prescindere dal caso, condividere, per esempio, le battaglie contro la droga, contro il crack e poi sniffare il male, come abbiamo scritto?
Infatti non si può. La coerenza tra i comportamenti e il pensiero politico espresso è indispensabile, denota credibilità, serietà. Ancora di più quando si trattano temi sociali ed etici.

Cateno De Luca ha ‘difeso’ Miccichè e si è rivolto a lei: Davide, c’è un convegno… Andrà o non andrà?
Sarà un convegno sull’autonomia differenziata, una pessima riforma contro il Sud e la Sicilia, voluta dalla Lega e firmata da Schifani, non vedo perché dovrebbe essere annullato, mai pensato, contento anzi che Cateno la pensi come me. Il 17 luglio alle 18 saremo lì. Non mi sono mai lasciato condizionare. Ricordo chi mi si diceva che non potevo presentare un libro con Totò Cuffaro, perché condannato. Magari qualcuno che quando Cuffaro era potente faceva ore di anticamera. Io, Cuffaro, quando era presidente della Regione, nemmeno lo conoscevo, penso però che quando uno sconta una pena ha il diritto di tornare a vivere.

De Luca poi ha parlato di strumentalizzazione domandandosi: di chi è il bersaglio Miccichè? Lei pensa che sia il bersaglio di qualcosa o di qualcuno?
Non lo so, so soltanto che la stagione dei veleni in questa regione non riusciamo mai a lasciarcela alle spalle, basta leggere le carte del processo Montante per capire. Io ho avuto scontri durissimi, ricorderete, nel periodo del governo Crocetta, proprio perché non mi piaceva un certo modo di fare politica. Non smetterò certo adesso. Ricordo ancora il dossier fasullo sulla povera Maria Rita Sgarlata, ci penso sempre, penso a quello che ha dovuto passare, alla sua malattia e alla sua morte. Il problema è che, al di là dei politici voltagabbana, qui c’è sempre un mondo che si ricicla, dirigenti, manager, burocrati e sono sempre gli stessi e costruiscono le loro fortune sulle disgrazie altrui e dimostrando di essere bravi scendiletto. Va raso al suolo un sistema marcio, guasto. Servirebbe un reset e si ricomincia, invece chi va al potere ricicla tutto, lo ha fatto anche Schifani.

Miccichè sarà ancora un soggetto politico disponibile, per lei, uno con cui discutere in vista delle prossime elezioni?
Miccichè fino a prova contraria è uomo di Forza Italia e starà dentro la politica delle alleanze espresse da quel partito. Lo ha ribadito tutte le volte che gli è stato chiesto.

Come stanno andando le vostre interlocuzioni con il sindaco De Luca? In un futuro non vicino, ma nemmeno lontanissimo, potrebbe essere il vostro candidato alla presidenza della Regione?
Il futuro lasciamolo al futuro. Con Cateno io ho sempre avuto un buon rapporto, siamo sempre stati amici, al di là della politica. Vorrei riuscire in vista delle Europee, con lui, con gli amici di Renew Europe, con gli scontenti del Pd e di Fi e con tanti altri della frammentata galassia che sta al centro, quella riformista, ad aggregare tutti coloro che sono alternativi ai due poli schiacciati uno all’estrema sinistra, con Schlein e il M5S, e l’altro all’estrema destra, con Meloni e Salvini.

Cambiamo argomento. La sua denuncia contro gli schiamazzi rivolti in aula all’onorevole Soumahoro è stata forte e apprezzata sui social. Ma politicamente il tema non sembra essere al centro di nessuna agenda. Questo la preoccupa?
Io spero soltanto che non si verifichi più, a maggior ragione nella casa della democrazia, che l’intervento di una persona di colore debba essere accompagnato da ululati e schiamazzi. Non bisogna tacere, non bisogna lasciar correre, contro il razzismo va sempre tenuto il punto. (Roberto Puglisi)


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