Davide, Kande e il commerciante| Odio razziale, chi sono le vittime - Live Sicilia

Davide, Kande e il commerciante| Odio razziale, chi sono le vittime

Lunga scia di aggressioni in città e in provincia. Dopo l'ultimo caso sono scattati undici arresti.

PALERMO – Un ballerino, un negoziante, un ragazzo che lavora in una pizzeria. Arrivano dal Senegal, dallo Sri Lanka, uno di loro è nato a Palermo da una coppia mauriziana ed è stato adottato da una famiglia siciliana quando aveva appena quaranta giorni. Eppure si è trovato a tu per tu con le botte, le minacce, gli insulti sul colore della propria pelle. Davide Mangiapane, ballerino 24enne che vive a Lercara Friddi, alle porte della città, nel 2018 è stato vittima di un’aggressione brutale avvenuta in pub del paese.

Prima che arrivassero i calci e i pugni qualcuno gli ha urlato “sporco negro”. Poi la violenza ha preso il sopravvento, al punto da rendere necessario il trasporto in ospedale e il ricovero. Le indagini su quel pestaggio sono andate avanti senza sosta ed è soltanto di pochi giorni fa la condanna a quattro anni e mezzo degli aggressori. Dietro all’assalto, secondo il Gip di Termini Imerese, c’è infatti l’odio razziale.

I testimoni e la stessa vittima avevano raccontato quei lunghi momenti di violenza: mentre Davide veniva picchiato, gli aggressori urlavano: “Tornatene da dove sei venuto, fai schifo”. Insulti che avrebbero dato il via anche all’attacco nei confronti di Kande Boubacar, finito nel mirino di una baby gang tre settimane fa in via Cavour, in pieno centro a Palermo. Ha vent’anni, lavora in una pizzeria a pochi metri dal Teatro Massimo. Alcuni anni fa ha lasciato il Senegal nella speranza di una vita dignitosa. Anche lui si è ritrovato con la faccia sanguinante e ferite in tutto il corpo, dopo essere stato colpito più volte da almeno nove minorenni, già identificati e tutti iscritti nel registro degli indagati per lesioni personali con l’aggravante dell’odio razziale.

L’ennesima aggressione in città, dopo quelle registrate negli scorsi mesi in corso Vittorio Emanuele e in via Maqueda, nei confronti di due venditori ambulanti: in entrambi i casi, ad entrare in azione sarebbe stato ancora una volta un gruppo di giovanissimi malviventi. Ma non finisce qui, perché alla Vucciria un anno fa è stato preso di mira un ventenne libico. Prima lo hanno bloccato a pochi metri dallo storico mercato, poi l’hanno picchiato e derubato. La vittima era in compagnia di un amico che ha dichiarato: “E’ stato pestato a sangue perché è straniero”.

Una esclation di episodi preoccupanti che ha coinvolto anche il paese di Partinico: nell’aprile del 2019, Dieng Khalifa, anche lui giovane senegalese e ospite di una comunità, è stato bloccato e preso a calci e pugni. “Vattene via sporco negro, siete tutti figli di p…”, gli avevano urlato. I due aggressori, operai di 38 e 35 anni, sono stati condannati in abbreviato a due anni e quattro mesi con l’aggravante, anche stavolta, dell’odio razziale. La stessa che avrebbe mosso gli undici giovani che hanno assaltato lo scorso ottobre il mini market di un cingalese in via Alfredo Casella: è di poche ore fa l’operazione della squadra mobile di Palermo che ha permesso di rocostruire le drammatiche fasi del raid, avvenuto con spranghe e mazze da baseball.

La matrice razzista di quest’ultimo grave episodio è stata ribadita dal gip Marco Gaeta, che ha disposto gli arresti e colloca nel momento politico attuale il contesto del pestaggio. “Gli indagati hanno chiaramente manifestato – in termini concreti e percepibili – il sentimento di avversione e di odio razziale. E’ stato evidentemente l’odio razziale ad avere provocato l’aggressione e la rapina all’interno del minimarket. Il particolare momento storico è caratterizzato da un aspro contrasto, in seno alla società civile e in ambito politico, su forme e modalità di trattamento e di accoglienza da riservare ai soggetti di etnie diverse da quella occidentale”, ha precisato.

Ma la Palermo che apre le sue porte e rifiuta ogni violenza ha urlato forte il suo ‘no’ al razzismo. Lo ha fatto subito dopo il pestaggio ai danni di Kande Boubacar, quando migliaia di persone hanno sfilato in corteo proprio lungo le vie in cui era esploso il caos: “Insieme manifestiamo il nostro sdegno e la nostra protesta contro episodi a sfondo razzista come quello che è avvenuto nella nostra città, da sempre aperta ed accogliente”, hanno detto a gan voce, stringendosi attorno al giovane senegalese che ha commentato: “Amo Palermo, per fortuna ci sono anche tantissime brave persone”.


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