Ddl sulle unioni civili| Faccia a faccia Caputo-Apprendi - Live Sicilia

Ddl sulle unioni civili| Faccia a faccia Caputo-Apprendi

IL FORUM DI LIVESICILIA
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Da un lato c’è chi vuole difendere i “valori della famiglia tradizionale” e dall’altro c’è chi parla di “diritti basilari” e “civili”. Il forum aperto da Livesicilia sul disegno di legge riguardanti le unioni civili, presentato all’Assemblea regionale siciliana, ha visto protagonisti due parlamentari regionali. Da un lato Pino Apprendi (Pd), promotore del ddl, e dall’altro Salvino Caputo (Pdl).

“Questo disegno di legge porta all’istituzione del registro regionale delle unione civili e nasce per il riconoscimento delle coppie di fatto eterosessuali e omosessuali”, ha subito introdotto Pino apprendi, motivando l’iniziativa con la presenza in Italia di “oltre un milione di coppie di fatto, alle quali non viene riconosciuto il minimo diritto della convivenza media breve o lunga. Abbiamo pensato di presentarlo – ha aggiunto – affinché in Sicilia si inizi un percorso di civiltà: un riconoscimento per queste persone che si trovano in seria difficoltà”.

Una proposta legislativa che Caputo però ha attaccato su tutti i fronti, a partire da quello tecnico: “Vi sono numerosi aspetti di incostituzionalità – ha detto – il ddl si inserisce in un cotesto di natura civilista, non derogabile da nessuna legge della regione. Anche Cascio (Francesco, presidente dell’Assemblea, ndr) ha ritenuto non urgente e non necessario questo ddl all’interno di una finestra legislativa che era prevista tra l’approvazione della finanziaria e la discussione del bilancio, nella quale questa norma non era stata inserita. A inserirla in commissione è stata la conferenza dei capigruppo attraverso un colpo di mano. Sono altri i disegni di legge ad avere priorità”. L’affondo del deputato regionale berlusconiano si è poi spostato sul contenuto del ddl, promotore di “un principio pericoloso che – ha accusato – si insinua nel nostro ordinamento parlamentare e quindi legislativo siciliano. Questa norma può creare un sistema che scardini piano piano l’ordinamento familiare tradizionale”. E poi la difesa: “Non facciamo parte dell’esercito dei bigotti – ha continuato il pidiellino – non siamo contro gli omosessuali: ognuno è libero di fare quello che vuole all’interno di quelli che sono i contenuti della civile convivenza”.

“Ciò che dice Caputo fa venire la pelle d’oca – è stata la reazione di Apprendi – nessuno vuole scardinare la famiglia. Parliamo di persone che spesso non fanno una scelta, sono anzi costretti a portarla avanti. Leggevo stamattina di un’organizzazione avversa preoccupata del riconoscimento di altri diritti. Non si può parlare in questi termini. Uno dei diritti basilari è la possibilità di assistere il proprio compagno o compagna”. E ancora: “Stiamo parlando quindi di diritti elementari. Se una delle due persone muore ed è quella alla quale è intestata il contratto di affitto di una casa, il padrone di casa può chiedere immediatamente la disponibilità dell’appartamento: parliamo di riconoscimento civile”. E se da un lato Caputo afferma che già esiste “la dichiarazione di convivenza che può essere fatta oggi in qualunque ufficio pubblico del comune”, dall’altra Apprendi schiva l’accusa di incostituzionalità citando un simile ddl approvato dalla regione Liguria.

Ma ad alimentare la polemica in questi giorni è stato anche il mondo dei movimenti e delle associazioni. “Vi sono settori di questa società – ha incalzato Caputo – che esprimono una preoccupazione circa l’attacco ad alcuni valori che vanno rispettati. Per farlo è scesa in campo non la Chiesa, ma esponenti del mondo cattolico, delle parrocchie, del volontariato, persone che difendono la vita schierandosi contro l’aborto. Stanno tutti esprimendo il diritto e il dovere di difendere il sistema della famiglia in Sicilia dal punto di vista dell’etica e della morale”. Ma anche altre parti sociali si sono espresse, come quelle che dovrebbero essere tutelate dall’iniziativa di legge e che in realtà si sono lamentate per non essere state ascoltate. Punto di partenza questa posizione, per un’ulteriore critica da parte del deputato regionale Pdl: “Se proprio chi dovrebbe beneficiare si lamenta, significa che chi l’ha proposto non raggiunge l’obbiettivo – ha detto Caputo – a parte uno sciopero della fame, non ho visto altre manifestazioni in difesa di un ddl che probabilmente è un’iniziativa demagogica che non riveste nessuna finalità in questo contesto parlamentare”.

E anche la giovanile del Pdl, la “Giovane Italia”, ha deciso di scendere in piazza questo pomeriggio con un’iniziativa poco apprezzata dall’onorevole Apprendi: “Oggi – ha detto – so che fate una rappresentazione ridicola di un finto matrimonio è una vergogna, è un’offesa a uomini e donne che convivono, hanno bambino e hanno difficoltà ad avere un riconoscimento”. E infine l’affondo dell’esponente del Partito democratico ai parlamentari nazionali: “E’ vero – ha precisato Apprendi – che non è stato portato in aula alcun ddl da parte dei parlamentari nazionali. Ma gli stessi hanno fatto una norma per cui il vitalizio si può dare anche al convivente in caso di morte del parlamentare: questo – ha concluso – è essere bigotti, pretendere diritti e non volerli dare agli altri”.


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