Un medico e due infermieri indagati | “Politica dissennata di Crocetta” - Live Sicilia

Un medico e due infermieri indagati | “Politica dissennata di Crocetta”

La Procura ha iscritto nel registro degli indagati tre persone per omicidio colposo. Intanto ieri in consiglio comunale duro attacco al governo regionale della democratica Tania Spitaleri.

Decesso paziente a Giarre
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CATANIA. Il sostituto procuratore di Catania Angelo Brugaletta ha iscritto nel registro degli indagati per omicidio colposo il medico e i due infermieri, un uomo ed una donna, del reparto di Geriatria dell’ospedale “Sant’Isidoro” di Giarre, dopo il decesso della 68enne per arresto cardiaco. L’autopsia, che sarà compiuta nelle prossime ore, chiarirà cosa lo abbia causato, ma soprattutto se un intervento tempestivo avrebbe potuto salvare la vita alla donna. Stando alla denuncia dei figli della vittima, la 68enne, che già poco prima di mezzanotte e mezza aveva accusato problemi respiratori ed un forte dolore allo sterno, è deceduta dopo 45 minuti senza ricevere l’assistenza di un medico.

Intanto emergono particolari che gettano ombre sulla grave inadeguatezza della struttura ospedaliera nell’assistenza ai pazienti acuti, come denunciato in una lettera inviata martedì scorso, il giorno successivo alla chiusura del pronto soccorso, alla direzione sanitaria dai primari dei reparti di Geriatria e Medicina del nosocomio. La lettera e la cartella clinica della paziente deceduta sono già stati acquisiti dalla Procura etnea.

La notte del decesso all’interno dell’ospedale non ci sarebbe stato alcun medico pronto ad intervenire per le emergenze. Nel presidio erano presenti solo i due infermieri del reparto di Geriatria e, in un’altra ala della struttura, altri due colleghi del reparto di Medicina. Un fatto sconcertante ma non l’unico. Appurato l’aggravamento delle condizioni di salute della paziente, gli infermieri, dopo aver chiamato più volte, due o forse tre, il medico reperibile, sono stati costretti a telefonare, pur essendo all’interno di un ospedale, al 118 per chiedere l’invio di un’ambulanza con il medico a bordo. L’unica medicalizzata, quella di Giarre, era già impegnata in un altro intervento e la centrale avrebbe dirottato nel nosocomio un’ambulanza da Mascali, priva però di sanitari. Un arrivo pressoché inutile. A quel punto sarebbe stata chiamata l’ambulanza medicalizzata di Linguaglossa, rimasta però a lungo bloccata all’ospedale di Taormina per il trasporto di un ferito. Quando il medico di turno al reparto è giunto, seguito pochi minuti dopo da quello della guardia medica, per la donna non c’era ormai più nulla da fare. Fatti che saranno vagliati attentamente dalla magistratura per chiarire se ci siano anche responsabilità a livello organizzativo. Dopo la chiusura, lunedì scorso, del pronto soccorso del nosocomio di via Forlanini sarebbero state più di una le notti in cui all’interno della struttura, dove permangono dei reparti, non vi sarebbe stato alcun medico.

E ieri sera l’ospedale è stato al centro del consiglio comunale giarrese. Durissima la presa di posizione del consigliere comunale del Pd Tania Spitaleri, che ha aspramente criticato il governo regionale sulla politica sanitaria del territorio, definendo deprecabile il decreto assessoriale dello scorso 14 gennaio. “Siamo arrivati al punto più basso della storia del presidio ospedaliero giarrese – ha detto in aula il consigliere comunale – perché un disegno cosciente sta venendo alla luce per mano, e questo mi rincresce dirlo, del governo Crocetta e dell’assessore Borsellino, che del rapporto con i territori si sono dimenticati, a parte le dichiarazioni a mezzo stampa che hanno fatto quando sono venuti qui. Sono cambiati alcuni volti ma non è cambiato il modo di intendere la sanità e questo territorio è stato ancora una volta massacrato. Sono critica nei confronti del governo regionale, che il mio partito sostiene e che ho sostenuto in campagna elettorale, perché sulle politiche sanitarie non posso dire di aver visto discontinuità o un’attenzione verso i territori di cui si parlava. Mi è sembrato un atteggiamento in continuità con i governi precedenti di centro destra, che hanno spogliato questo territorio”.

Tania Spitaleri, presidente della commissione straordinaria sull’ospedale, ha anche denunciato una serie di disservizi segnalati da operatori della struttura e sindacalisti. “A seguito di una chiusura velocissima del pronto soccorso, avvenuta lunedì, nessun servizio suppletivo è stato garantito – ha proseguito Tania Spitaleri – Ci hanno assegnato un Ppi, che sarebbe un Punto di primo intervento, che non è consentito nemmeno nel meno attrezzato ospedale da campo. Un punto di primo intervento in cui opera un medico in servizio alla guardia medica. Ci ritroviamo con dei cittadini, fatto accaduto oggi, che non riescono a ricevere nemmeno due punti di sutura al dito e che vengono mandati in un ingolfatissimo ospedale di Acireale”.

La scorsa settimana, inoltre, sarebbe stata avviata una vera e propria spoliazione di risorse tecniche, strumentali e umane, trasferite ad Acireale. Risorse necessarie per il mantenimento dei reparti. Il consiglio comunale è stato rinviato a questa mattina all’ospedale di Giarre per predisporre una mozione. Mentre mercoledì è atteso in commissione a Giarre il direttore sanitario dell’Asp di Catania Franco Luca. “Ci sentiamo traditi. Questo modo di intendere la risposta all’emergenza è ridicola – ha proseguito il consigliere comunale del Pd – Un territorio non può essere mortificato con un Punto di primo intervento, tra l’altro garantito solo per 12 ore, che di fatto è coperto da un medico di guardia medica e da un infermiere. Noi avevamo chiesto ben altro e ci era stato garantito un servizio in grado di stabilizzare le emergenze, eccetto i codici rossi. Ci avevano assicurato interventi tempestivi con adeguate ambulanze medicalizzate, con rianimatore a bordo e medico soccorritore. Ci avevano assicurato una piastra chirurgica, ma di fatto in questo momento non c’è un anestesista che consenta di fare gli interventi. Tra l’altro si paventa il trasferimento di altro personale, oltre a quello già trasferito dal pronto soccorso. Non è corretto – conclude Tania Spitaleri – chiudere il pronto soccorso senza prima aver attivato tutti i servizi suppletivi, perché il rischio clinico in questo momento è altissimo”.


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