CATANIA- Aveva dato del mafioso all’ambientalista gelese Saverio Di Blasi, ‘reo’ di una chiacchierata con Panorama, adesso il presidente della Regione Rosario Crocetta si ritrova imputato coatto con l’accusa di diffamazione. Il giudice per le indagini preliminari di Catania ha respinto la richiesta di archiviazione formulata dalla Procura e vuole che Crocetta vada a processo per aver sostenuto, intervistato da Repubblica, che Di Blasi “è uno che sistematicamente inventa storie, oggi è in mano ai mafiosi. Di Blasi è al soldo di Cosa nostra”.
Di Blasi, noto a Gela per le battaglie politiche e ambientaliste, era stato intervistato da Panorama all’interno di un’edizione speciale sui presunti rapporti, non solo politici, del presidente della Regione. Crocetta aveva replicato dando del mafioso a Di Blasi e minacciando querele, ma adesso è finito sul banco degli imputati. Il giudice Mirabella ha analizzato a fondo la vicenda, rilevando che “il problema è che ormai uno dei motivi che spesso incide nelle richieste di archiviazione in casi simili afferisce alla presa d’atto del decadimento del linguaggio politico, della scomparsa della continenza che dovrebbe porsi come fondamento di ogni ragionamento, per quanto ostile”.
Continua il giudice, riferendosi a Crocetta: “In un clima dove chi non insulta inizia a sentirsi in stato di inferiorità, ormai il vaso di Pandora è stato definitivamente distrutto e chiunque si sente in diritto di dire qualunque cosa, adoranti al totem argomentativo dell’art 21 della Costituzione, nello stesso momento in cui di tale articolo si fa abuso travalicandone ogni confine”. Il pubblico ministero, chiedendo l’archiviazione, aveva sostenuto che Crocetta si potesse avvalere del diritto di critica, ma secondo il Gip Mirabella le dichiarazioni del governatore sono di “assoluta gravità”. “Tale situazione – sostiene ancora il giudice – è tanto più evidente in quanto dette conclusioni sono immerse nella enorme potenzialità diffusiva che reca in sé il mezzo di stampa in genere…appare consequenziale come il diritto non si possa piegare alle esigenze di un inseguimento verso il basso del degrado dei rapporti umani, prendendo meramente atto della involuzione sociale e ad essa regalare astruse esimenti per la punibilità dei reati”. Su queste basi Mirabella ha ordinato l’imputazione coatta nei confronti di Rosario Crocetta con l’accusa di diffamazione.
La precisazione
Il legale di Crocetta Vincenzo Lo Re precisa che “per aver dato spazio alle dichiarazioni del presunto diffamato Di Blasi e di altri soggetti di Gela, il direttore responsabile di Panorama e il giornalista Rossitto sono stati rinviati a giudizio per diffamazione aggravata a mezzo stampa”.