MARSALA (TRAPANI) – “Siamo rimasti in pochi dall’inizio di questa vicenda. Undici pm si sono susseguiti, da Luigi Boccia a Maria Angioni e infine Francesca Rago, e tutti hanno lavorato con grande intensità. Potremmo dire, come nelle favole tristi che raccontiamo ai nostri figli: c’era una volta una bella bambina, con occhi grandi, e un lupo la portò via. E’ stata come una lupara bianca, termine coniato in Sicilia”. E’ iniziato così, nel processo davanti il Tribunale di Marsala per il sequestro della piccola Denise Pipitone, l’intervento dell’ avvocato Giacomo Frazzitta, legale di parte civile per Piera Maggio, madre di Denise. Imputata nel processo, per concorso in sequestro di minorenne, è Jessica Pulizzi, 26 anni, sorellastra della bambina rapita.
Per Jessica, ieri, l’accusa ha chiesto 15 anni di carcere. “Gli elementi indiziari – ha proseguito il legale – non devono essere visti atomisticamente, ma in un contesto di concordanza generale. Anche nel caso di Garlasco (omicidio di Chiara Poggi, ndr) la Cassazione ha annullato l’assoluzione di Stasi perché fino ad allora c’era stata una linea garantista. E’ necessaria una valutazione di intelligence. Il nostro sistema é fondato sul quadro indiziario e lì possiamo procedere alla condanna. Questo è un processo di lacrime e sangue per tutti”. Poi, il legale ha ricordato che “Piera Maggio è stata più volte minacciata da Jessica” e che quest’ultima “le ha anche squarciato le ruote dell’auto”. “Jessica – ha continuato Frazzitta – conferma le telefonate a Piera Maggio, che per evitare di ricevere le minacce ha tolto il telefono fisso di casa”. La piccola Denise fu sequestrato il primo settembre del 2004, quando non aveva ancora compiuto due anni.
“Anna Corona – continua Frazzitta – è la vera mandante morale del sequestro di Denise, nonché responsabile dei comportamenti della figlia Jessica Pulizzi”. Frazzitta ha, poi, ricordato la “provocazione” di Anna Corona verso Piera Maggio, quando si recò davanti la casa della mamma di Denise cercando una sua reazione. “Un comportamento, quello della Corona – ha detto il legale – tipico dell’atteggiamento mafioso”. Il legale di parte civile, infine, ha ricordato quando la Corona ha detto: “Quattro anni ho sofferto io e quattro anni devono soffrire loro. E quattro anni sono un riferimento all’età di Denise. C’erano, dunque, gli elementi per capire che stava per accadere qualcosa di grave, come in ‘Cronaca di una morte annunciata’”.
“Avremmo potuto chiedere un risarcimento danni simbolico di un euro, oppure di un miliardo. Ma da Jessica non vogliamo soldi, vogliamo solo Denise”. Questa la conclusione di Frazzitta.