Devastare Palermo | (che vuole cambiare) - Live Sicilia

Devastare Palermo | (che vuole cambiare)

Ci sono due Palermo: una vera, l’altra contraffatta. La prima è attraversata da cortei di disperati che scorgono il futuro incerto e dalla quotidiana pena della normalità. Ci sono cassonetti incendiati. La munnizza è sempre lì, quello che percuote è l’indifferenza con cui ormai accogliamo la notizia del disastro. Nella seconda si recita al gran teatro dei burattini delle elezioni comunali. Con poche variabili. La scena è dominata dal centrosinistra in guerra. La premessa è necessaria: con dieci anni di devastazione sulle spalle a opera di Cammarata… E giù una lunga serie di egoismi e di ritorsioni che sono già una nuova devastazione per una comunità che vorrebbe, invece, gocce di rinascita.

Per la prima volta nella sua storia recente, Palermo vuole cambiare sul serio. Faccio il cronista. Il mio mestiere è guardare le facce delle persone. Da quegli sguardi imparo sempre qualcosa. Oggi vedo una faticosa speranza tra i lineamenti bombardati di tanti compagni di viaggio. Vedo Beirut e vedo un’alba di semina. Vedo le spalle al muro e lo scatto della schiena che desidera staccarsi dalla sua ombra. I nostri spazi sono definitivamente invivibili. Non c’è più il tempo per un compromesso con l’orrore. Ecco quello che accade. Palermo, finalmente, lo sa e cerca un orizzonte per respirare.

Purtroppo la replica politica è insufficiente, contraddittoria e non all’altezza. Si può deporre l’ascia di guerra del sarcasmo e osservare il panorama con un presentimento di infelicità. Mentre la Palermo vera chiede una risposta, nella Palermo dei burattini si continua ad almanaccare su cifre, percentuali, sulla moneta elettorale, sui consensi, sui gonzi che verseranno sangue nella scheda…  Nel centrodestra è in corso una faida sotterranea nemmeno tanto nascosta. Le comunali saranno un banco di prova per gli assetti di potere venturi: un referendum sulla reale capacità da leader di Angelino Alfano. Sarà lui il nuovo messia del dopo Berlusconi? Il centrosinistra è ormai in zona Gianni Allegra, l’artista siciliano che ci regala impagabili vignette. Anzi, il centrosinistra è una vignetta ambulante. Hanno sfasciato tutto e tentano di sistemarsi intorno al calumet della pace. Avrebbero dovuto pensarci prima.

L’altra sera, a cena, c’era una tavolata corposa, una riunione di sottopancia al servizio di qualche candidaticchio. Tra un piatto di pasta alla carbonara e uno stinco di maiale, organizzavano la conta. “Lui porta centocinquanta voti, lui duecento, Totò cento, Pino cento….”. Un manuale dell’aspirante sotto-consigliere comunale, recitato in siciliano di borgata. Sarebbe stato utile filmare la scena e proiettare le immagini nelle scuole con un titolo sgangherato e appropriato: “I ladroni che si sono mangiati Palermo”. La politica deve imparare la lezione: non siamo bestie da soma, né carne da voto e macello. Ma starà a noi ricordarlo pure a chi non vuole sentire o capire. Il muro è alle spalle. Stavolta, per superarlo, non basterà un salto.  Dovremo imparare a volare.


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