Di Matteo e la strage di via D'Amelio | "Mai come ora vicini alla verità" - Live Sicilia

Di Matteo e la strage di via D’Amelio | “Mai come ora vicini alla verità”

Il pm ascoltato davanti al Csm.

L'audizione
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ROMA – “Sulla strage di via d’Amelio siamo a un passo dalla verità. Mai come ora siamo vicini alla verità. E questo grazie a me e ad altri magistrati” Lo ha detto il pm Nino Di Matteo nell’audizione davanti al Csm. “Non è giusto che questi magistrati siano oggi accostati a depistaggi e questa accusa è strumentale a chi non vuole che si vada avanti” ha aggiunto, parlando di “prezzi altissimi” pagati da lui stesso e dai suoi familiari per l’accertamento della verità.

“La prima azione di depistaggio è la sottrazione dell’agenda rossa”. E’ la convinzione del pm Nino Di Matteo, che indica questa vicenda tra quelle da approfondire e che riguardano la strage di via D’Amelio. “Non c’è alcun dubbio che Paolo Borsellino tenesse un’agenda rossa che gli era stata regalata dai carabinieri e che quel giorno l’avesse con sé – ha detto il pm -. Non c’è alcun dubbio che avesse annotato con particolare ansia circostanze che aveva scoperto”, “cose molto gravi”, aggiunge il pm. “E non c’è alcun dubbio che in quel momento c’era una trattativa tra il Ros e Riina con l’intermediazione e Ciancimino. Oggi si sa anche che Borsellino il 15 luglio aveva parlato alla moglie di un alto ufficiale del Ros che prima gli era amico”. “I mafiosi hanno fatto la strage ma il furto dell’agenda rossa non può essere stato fatto da chi ha premuto il pulsante”, dice ancora Di Matteo.

“Il primo processo Borsellino non l’ho seguito io e del bis mi sono occupato solo della fase dibattimentale. E non è vero che quel processo é basato solo sulle dichiarazioni di Scarantino”. Lo ha detto il pm Nino Di Matteo durante l’ audizione davanti al Csm. “Noi ci siamo resi conto che l’ attendibilità di Scarantino era limitata , tant’è che nei confronti di 3 dei 7 soggetti chiamati in causa da Scarantino abbiamo chiesto l’assoluzione e lui non lo abbiamo inserito tra i testi”, ha aggiunto il magistrato.

“Non ho visto chiamare qui i magistrati che hanno fatto le indagini che hanno portato all’arresto di Scarantino”. Fa i nomi di Ilda Boccassini, Fausto Cardella e Francesco Paolo Giordano, il pm Nino Di Matteo, invitando il Csm a sentirli. Erano loro che si occuparono delle prime indagini sulla strage di via d’Amelio e con lui giovane pm, racconta, loro nemmeno parlavano. “Non ho mai parlato nemmeno con La Barbera” allora a capo del pool investigativo, “ci tiene a precisare il pm. E il presidente della Prima Commissione che lo sta ascoltando, Antonio Leone, lo rassicura: “non abbiamo voluto scegliere qualcuno ed escludere qualcun’altro”, spiegando che quella in corso è solo una pre-istruttoria.

(ANSA).

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