Diciannove pompe di benzina intralciano il traffico| E il Comune ne impone la chiusura - Live Sicilia

Diciannove pompe di benzina intralciano il traffico| E il Comune ne impone la chiusura

Il Comune scrive a diciannove distributori di benzina sparsi in città, da Tommaso Natale a Pallavicino: dovranno chiudere al più presto perché intralciano il traffico o sono incompatibili con la destinazione urbanistica. "L'amministrazione non ha margini di manovra", dice Pierpaolo La Commare di Idv. Ecco la mappa degli impianti.

LA MAPPA DEGLI IMPIANTI
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3 min di lettura

La mappa dei distributori (clicca per ingrandire)

PALERMO – Diciannove pompe di benzina a Palermo dovranno chiudere al più presto, mentre per altre due scatterà l’intervento dei vigili urbani. Il comune di Palermo, messo alle strette dai lavori per il tram e dal decreto Monti, scrive ad alcuni impianti cittadini per notificargli l’avviso di diniego che corrisponde, nei fatti, al primo passo di un iter che porterà alla chiusura definitiva.

Le pompe di benzina in questione sono collocate in diversi punti del capoluogo, ma per lo più si concentrano nel centro città: dalla via Lincoln a piazza Indipendenza, passando il Foro Umberto Primo, corso Tukory, Tommaso Natale e Pallavicino.

Si tratta per lo più di impianti che, in base a un regolamento comunale degli anni Novanta, sono stati classificati come di “tipo 1” e che, ad oggi, risultano fuori legge perché incompatibili con il traffico, il codice della strada o la destinazione urbanistica. Distributori che inizialmente erano molti di più ma che, col tempo, sono andati via via diminuendo tanto che qualcuno era in attività fino a qualche mese fa.

Il decreto Monti, in realtà, era assai più severo perché riguardava tutti quegli impianti non dotati del self service ma la Regione siciliana, lo scorso 25 ottobre, non lo ha recepito integralmente. E così a dover chiudere i battenti saranno solo quelli che creano intralcio al traffico perché, per esempio, hanno le colonnine posizionate sul marciapiede.

Adesso distributori avranno circa un mese di tempo per presentare le proprie deduzioni che, se non accolte, saranno seguite dalla revoca della concessione di suolo pubblico. “L’amministrazione non ha margini di manovra – dice il consigliere Idv Pierpaolo La Commare, componente della commissione Urbanistica – se non quello di verificare se, nel tempo, è cambiato qualcosa che faccia venire meno l’incompatibilità. Abbiamo incontrato più volte i gestori e le compagnie per comunicare lo stato delle cose. L’amministrazione, almeno, ha affrontato la questione dei carburanti dopo anni di inazione. L’attenzione è grande per tutte quelle situazioni che possono essere declassificate rispetto all’attuale condizione di incompatibilità”.

L’elenco comprende il distributore di via Lincoln, quelli di piazza Indipendenza e di piazza Giulio Cesare e ancora quelli situati in piazzetta delle Cliniche, piazza Lolli e lungo il Foro Umberto Primo. Ma a dover fare i conti con la minaccia di chiusura saranno anche gli impianti di piazza Montalto, piazza Virgilio, via Pignatelli Aragona, piazza Micca, piazza Sant’Erasmo, piazza Vanni, via Duca degli Abruzzi e via Di Giovanni.

Discorso diverso invece per due pompe di benzina in corso dei Mille, nei pressi della Stazione centrale: queste dovranno chiudere perché interessate dai lavori del tram. Altre tre, nella stessa situazione, hanno già abbassato la saracinesca mentre queste due hanno continuato l’attività nonostante la revoca della concessione di occupazione del suolo pubblico da parte del Comune, che adesso invierà i vigili urbani.

Per questi trasferimenti coatti, comunque, Palazzo delle Aquile ha già individuato delle aree alternative a San Lorenzo e Villagrazia che i gestori dovranno decidere se accettare o meno. A tutti però spetterà un indennizzo previsto per legge e costituito da un apposito fondo nazionale finanziato con le accise sui carburanti.

Il pericolo, però, è che una volta chiusi questi impianti diventino parcheggi improvvisati come già successo a piazza don Bosco: la dove c’erano le colonnine di distribuzione, oggi abbondano le automobili.

 

 


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