CATANIA – Adesso sta riposando, ma ha il tempo di raccontare, anche se in poche parole, la sua storia. O almeno quella degli ultimi giorni sulla Diciotti, la nave della Guardia Costiera alla fonda al porto di Catania dalla notte del 20 agosto. Lui è uno dei minori non accompagnati sbarcati la scorsa notte ed accolto in una delle strutture autorizzate della città.
È stremato, lo si vede dai gesti lenti che compie, ma sta bene, Colin – nome di fantasia – uno dei minorenni autorizzati a lasciare l’imbarcazione della Guardia costiera dopo giorni di incertezza. In attesa dell’esito delle analisi – che probabilmente confermeranno la presenza di scabbia – racconta della paura che ha avuto quando non li hanno fatti scendere dalla nave. “Pensavo potessero rimpatriarci” – racconta in inglese. Evidentemente, le notizie della tensione politica in Italia e in Europa sono arrivate fin sulla nave. Ma la speranza non lo ha mai abbandonato.
Colin viene dall’Eritrea, come la maggior parte dei migranti arrivati a Catania lunedì. Spiega che sulla Diciotti sono stati trattati bene, nutriti con latte e biscotti e hanno ricevuto indumenti puliti. La sua speranza, come quella di molti dei suoi compagni di avventura, è di raggiungere i parenti in Europa.
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