Diocesi di Catania, don Vincenzo Brachina è il nuovo vicario generale

Diocesi di Catania, don Vincenzo Brachina è il nuovo vicario generale

Già cappellano al carcere di Bicocca, subentra a Salvatore Genchi
CHIESA CATTOLICA
di
4 min di lettura

CATANIA – Fedeli provenienti da tutta la Diocesi hanno inondato la spianata del Santuario Della Madonna della Sciara a Mompileri per il pellegrinaggio annuale guidato dall’arcivescovo monsignor Luigi Renna e dai parroci e sacerdoti della diocesi. In questa occasione l’arcivescovo Renna ha annunciato il nome del nuovo Vicario generale dell’arcidiocesi, che sostituirà mons. Salvatore Genchi, 77 anni di cui 51 di sacerdozio, che ha svolto questo incarico anche durante l’episcopato di monsignor Gristina.

Il nuovo Vicario generale è don Vincenzo Branchina, finora parroco a San Leone, cappellano presso l’istituto penitenziario di Bicocca e direttore spirituale al Seminario.

Nella omelia l’arcivescovo Renna ha detto fra l’altro: “Ci siamo interrogati su come formiamo alla vita cristiana, al Battesimo, alla Cresima e all’Eucarestia, e ci siamo proposti di rendere la trasmissione della Sapienza, che è il Signore Gesù stesso, in un’azione di tutta la comunità cristiana, attenta ai tempi di crescita delle persone, ai contesti, a percorsi che devono avere lo stile del cammino condiviso, quello della sinodalità come Eucarestia prolungata”.

E monsignor Renna ha così proseguito: ci siamo interrogati “su come i più poveri hanno accesso al sapere, a tutto ciò che rende dignitosa la loro vita, ed è per questo che abbiamo constatato con sofferenza che molti ragazzi sono avviati a una vita segnata dalla precarietà, perché a causa delle condizioni culturali e familiari non completano gli studi e a volte non li iniziano mai con il passo giusto. La Sapienza ci rende attenti alla condizione di questi nostri fratelli. E sappiamo anche che tra questi nostri fratelli ci sono i diversamente abili, che molto spesso rimangono emarginati dalla vita delle nostre comunità e che hanno bisogno di cura, ma anche di evangelizzazione che li raggiunga nella loro condizione e li renda protagonisti”.

Renna ha aggiunto: “La Sapienza ci spinge anche ad interessarci della partecipazione alla vita sociale e politica, in un cantiere che edifichi il bene comune e che richiede formazione. Solo così oltre ai gesti che si prendono cura dei nostri poveri, che sono abbondanti e che ci fanno rendere grazie per i cinquanta anni della Caritas a Catania, faremo sì che i fedeli laici si dedichino con slancio alla carità politica, che si prende cura del bene comune, forma ad esso, non cede ai populismi e alle derive della corruzione”.

E l’arcivescovo ha così concluso: “Allora, Chiesa di Catania, membra di Cristo di Catania, custodisci, medita e preparati a dare un nuovo slancio all’annuncio del Vangelo. Con i discepoli di Emmaus sei entrata nella locanda di Emmaus dopo aver ascoltato il Signore; riconoscilo nello spezzare del pane; rimettiti in cammino e non distogliere mai lo sguardo da Maria, Madre della Chiesa. Nel tuo cuore medita e metti insieme, quanto hai ascoltato in questi anni, perché il mondo attende la tua profezia!”

Dopo un secolo dal riconoscimento ufficiale come Santuario, alla Madonna della Sciara di Mompileri si è rinnovato il “miracolo” del pellegrinaggio diocesano. Momenti di preghiera si sono alternati a momenti di silenzio. E sono risuonati anche antichi canti popolari alla Vergine di Mompileri. Ai piedi dell’effigie della Madonna è stata recitata la preghiera composta per l’occasione dall’arcivescovo Renna. Che così recita:

“Maria, Tuo Figlio Gesù ci ha insegnato a pregare, dicendo Padre nostro… Ci ha insegnato che in quelle poche parole si dischiude per noi un mondo fatto del Suo Regno di Pace, della Sua volontà di salvezza e di amore per tutta l’umanità; di pane condiviso, di perdono dato e ricevuto, di fortezza nella tentazione e di difesa dal maligno”.

E ancora: “Anche tu, Maria, come Madre e discepola del Figlio di Dio fatto uomo, avrai imparato a pregare da Lui. Ma a quel Bambino che ammiriamo stretto al Tuo petto hai ripetuto il cantico che magnifica il Signore, vede rovesciarsi i disegni degli oppressori e innalzarsi gli umili. Maria, con te e con il Figlio tuo, vogliamo semplicemente reimparare a pregare, e nella preghiera reimparare ad amare, ad agire a stare nel mondo come il Tuo Figlio ci ha insegnato. Per questo con te diciamo: Padre Nostro…”

I fedeli sono arrivati alla spianata del Santuario percorrendo tre cammini di fede e di preghiera diversi. Un gruppo è venuto da Massa Annunziata, un altro gruppo dal santuario della Roccia di Belpasso e il terzo gruppo dalla Chiesa Madre di Nicolosi.

Durante il pellegrinaggio è stato cantato lo storico canto popolare alla Madonna delle Grazie di Mompileri, con parole del sacerdote professor Giuseppe Scalia e musica di don Pietro Branchina. E’ un canto entrato nel cuore di tanti fedeli Ne riportiamo la prima strofa: “A te veniamo, o Vergine, / di questo suol Regina / e a Te gridiamo supplici / Madre di Dio, pietà. / Questo torrente lavico / di morte e di ruina / mutasti in fonte vivido / di grazia e di bontà”.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI