Il malore e il sospiro di sollievo: "Il vescovo sta bene, deve riposare"

Il malore e il sospiro di sollievo: “Il vescovo sta bene, deve riposare”

Il ricovero, le parole del primario, le celebrazioni di ferragosto
LA RICOSTRUZIONE
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CATANIA – Siamo tutti rimasti stupiti. Imbambolati e con la necessità di mettere subito a fuoco quelle parole che erano state postate sulla pagina dell’Arcidiocesi. Abbiamo sentito l’urgenza di capire se non stessimo leggendo e capendo male. Un infarto all’arcivescovo? Com’è stato possibile? E come sta?

Le notizie, per fortuna, sono state fin da subito confortanti. Certo, la paura per Monsignor Luigi Renna c’è stata. Un primissimo malore avvertito prima che finisse la giornata di sabato, addebitato all’aria condizionata: poi, nel cuore della notte la corsa in ospedale per quello che si è rivelato essere un infarto.

Il tragitto in ambulanza dalla struttura Madonna degli Ulivi a Viagrande, dove Sua Eminenza, stava provando a recuperare le forze in vista delle celebrazioni agatine di ferragosto, fino alla vicina clinica Morgagni di Pedara.

L’intervento chirurgico d’urgenza ed il successivo ricovero in semintensiva. “Il risultato è stato eccellente. Monsignor Renna sta bene e le sue condizioni sono stabili”. Sono state le parole del primario Salvatore Tolaro ai microfoni dei colleghi di Rei Tv. Di certo, ora occorre riposare.

L’arcivescovo nelle ultime settimane è stato, nelle vesti di Presidente del Comitato Scientifico delle Settimane sociali della Cei, un autentico riferimento per il mondo cattolico. Ha condotto un lavoro enorme che ha confermato lo spessore dell’uomo oltre che del prelato, non distraendosi mai – al contempo – dagli impegni fitti di Catania. 

E la pioggia di messaggi rivolti all’arcivescovo nei quali ci si auspica una sua pronta guarigione, giunti da istituzioni e associazioni, non rappresentano la consueta circostanza del momento. Li leggiamo come una parte salda della testimonianza di un uomo della Chiesa che ha impresso il carisma da vescovo moderno ma con la personalità del sacerdote di altri tempi.

In una città e un territorio che rimangono certamente complessi e pieni di contraddizioni, Monsignor Renna è stato capace di essere solenne ed esigente nei confronti di chi incarna le istituzioni. E qui, non si tratta – solo e banalmente – di credere o non credere.

Intanto, ora tocca riposare. Le celebrazioni ferragostane di Sant’Agata ci saranno ugualmente seppur senza la presenza fisica di Renna. Il peggio è passato. Viva Sant’Agata.


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