CATANIA – Per monsignor Luigi Renna è stata una convalescenza carica di lavoro. E c’era da aspettarselo. Difficile immaginare che l’infarto che lo ha colpito nei primi giorni di agosto e la delicata operazione che gli ha salvato la vita lo avrebbero distolto dagli impegni messi in agenda da tempo.
A riprova di ciò, è arrivata infatti la pubblicazione della terza lettera pastorale da quando Papa Francesco lo ha inviato a reggere la cattedra che fu di Gristina, Bommarito e, prima ancora, Dusmett.
“Effonderò il mio Spirito ed essi saranno profeti” è il titolo e fa il punto sul cammino sinodale guidato dal pontefice.
“Carissimi fratelli e sorelle in Cristo, carissimi presbiteri, diaconi, consacrate e consacrati – si legge nell’introduzione – in questi giorni di convalescenza in seguito all’infarto che ho avuto l’11 agosto scorso, non mi ha mai abbandonato il proposito di scrivere anche per quest’anno 2024-2025 la lettera pastorale”.
“Sono consapevole – ha aggiunto – che non ho dato il meglio di me stesso, ma soltanto quello che ho potuto, in base a riflessioni ed appunti raccolti tra giugno e luglio. E questo mi basta. Anche in una situazione di fragilità si può dare qualcosa agli altri, soprattutto la propria testimonianza”.
Per l’ennesima volta, Renna torna sull’insegnamento e l’esempio di don Tonino Bello, vescovo di Molfetta, prossimo alla beatificazione, deceduto prematuramente nel 1993 a causa di un tumore allo stomaco. Prima di morire volle entrare a Sarajevo, martoriata dalla guerra esplosa all’indomani del collasso della Iugoslavia.
“Aveva avuto un problema di salute molto più serio del mio e non si è tirato indietro dal ministero” ha sottolineato l’arcivescovo di Catania.
Sul futuro del Cammino sinodale, Renna ha concluso la lettera indicando la strada: “Una cosa è certa: stiamo vivendo una stagione di “cambiamento in cui ormai siamo coinvolti” e tutti dobbiamo proseguire con speranza”.
L’arcivescovo, inoltre, ha annunciato che a ridosso della solennità di Tutti i santi pubblicherà una Nota pastorale circa l’anno giubilare e le modalità per viverlo degnamente anche in diocesi.