CATANIA – Restano decisamente delusi quanti si aspettavano un’assise da ferro e fuoco. La direzione provinciale del Pd, riunita ieri pomeriggio all’Excelsior, si è rivelata invece una sagra della calma. Piatta, forse; ma niente a che vedere con le attese di chi, da oltre un anno, sperava che una volta convocato l’organo più importante del Nazareno catanese si sarebbero sciolti tutti i nodi interni al partito. A partire dall’accesso del gruppo di Articolo 4 nella stanza dei bottoni. Tutto è invece rinviato a data da destinarsi. Compresa una riflessione a voce alte sulle scadenze elettorali – soprattutto – di Giarre e Ramacca. In entrambi i casi, però, si è preferito che siano i circoli e i territori a esprimersi sulle candidature. Tutto questo mentre Gianni Villari sulla querelle ramacchese fa outing: “Franco Zappalà è un grande sindaco”.
Intanto la segreteria guidata da Enzo Napoli può navigare serena sulla rotta che porterà al congresso del prossimo anno. “Il partito riprende il suo cammino con determinazione, in un clima sereno, nella convinzione di dover assolvere quello che i cittadini si aspettano da un partito di governo”, spiega lo stesso segretario a Live Sicilia. Ma ammette: “Che la direzione non sia stata convocata per lungo tempo è, di fatto, un problema”. Nel frattempo Enzo Bianco e soprattutto l’area Cgil sono lì a blindarlo. “Che la segreteria possa continuare e rilanciare il suo lavoro, mi sembra la soluzione più opportuna per tutto il partito”, insiste ancora Napoli che intanto tende una mano a quelli di Articolo 4. E che si tratti ancora di un corpo ritenuto esterno, almeno dalla vecchia guardia dem, lo si percepisce dal posizionamento in sala di Luca Sammartino, Valeria Sudano e soci, che hanno preferito fare capannello tra le ultime file. “Prima del loro ingresso, in molti comuni avevamo un solo consigliere, ora ne abbiamo 12/13. Insomma – dice Napoli –, ad oggi, sono stai più gli aspetti positivi che le contraddizioni”.
Se c’è un nemico, per adesso è fuori dal Pd. E ha il nome e il volto di Nicola D’Agostino. Approda infatti in direzione l’affare del 25 aprile acese e la scelta dell’amministrazione di non concedere la piazza per le celebrazioni della Liberazione in concomitanza della Festa dei Fiori. Passato all’unanimità il documento che stigmatizza ufficialmente l’uscita polemica del parlamentare di Sicilia Futura all’indirizzo dell’Anpi. “Sì, è un ordine del giorno – dice Napoli – che ho condiviso e firmato. È una ricorrenza che riguarda tutti gli italiani e la sua identità storica. È stato un errore da parte del sindaco di Acireale negare una piazza per il 25 aprile”. E su D’Agostino sottolinea: “Dispiace che un parlamentare che pur si riconosce nel centrosinistra non comprenda i termini della questione. La festa dei fiori – spiega – è una bella iniziativa, il punto è però dare uno spazio alle celebrazioni anche all’interno della stessa festa. È importante che si evitino strumentalizzazioni di ogni genere”.