Dirigenti sul piede di guerra Assemblea il 2 febbraio - Live Sicilia

Dirigenti sul piede di guerra Assemblea il 2 febbraio

Quasi un terzo degli alti burocrati di Palazzo delle Aquile firma un documento che punta il dito contro l'amministrazione.

PALERMO – Il clima, a Palazzo delle Aquile, non riesce proprio a restare sereno. Ma stavolta ad agitarsi e lamentarsi non sono i dipendenti della Gesip, né i precari, bensì nientemeno che i dirigenti del Comune. Uno stato di insofferenza sicuramente insolito, per l’alta burocrazia della quinta città d’Italia, ma che ha già portato alla firma di un documento di protesta che coinvolge quasi un terzo dei “grand commis” di piazza Pretoria.

Ieri si sono riuniti, erano poco meno di trenta (su un totale di 91) e hanno stilato un documento, per il momento ancora riservato, ma che sostanzialmente punta il dito contro l’amministrazione Orlando che la scorsa settimana, come scritto da Livesicilia, ha approvato una delibera per il taglio degli stipendi dei dirigenti. Mille euro lordi l’anno, poca cosa, ma a mandare su tutte le furie i burocrati non è tanto la somma quanto il metodo: nessun passaggio sindacale, dicono loro, nessun confronto. Hanno appreso del provvedimento praticamente dalla stampa.

Venerdì sono così partite le grandi manovre, con la convocazione, per ieri, di una riunione che ha portato alla redazione del documento. I toni sarebbero stati pacati ma decisi per chiedere non solo il ritiro della delibera e un incontro con l’amministrazione, ma anche la convocazione della conferenza dei dirigenti: un organismo previsto dallo Statuto del Comune che dovrebbe, in poche parole, proporre alla giunta le soluzioni migliori, per quanto riguarda gli uffici, per raggiungere gli obiettivi stabiliti dalla politica. Ma la conferenza, in pratica, quasi non esiste e viene convocata in occasioni puramente formali.

E così i dirigenti hanno deciso, stavolta, di alzare la voce per protestare anche contro la recente riorganizzazione degli uffici. La Cgil ha inviato una nota al sindaco, lamentando il mancato ricorso alla contrattazione ma anche una determinazione del fondo “lacunosa e opaca” e la mancata pubblicazione all’albo pretorio on line di alcuni atti preliminari: insomma, la revoca in autotutela del provvedimento perché l’amministrazione non avrebbe seguito gli iter previsti dalle norme.

Il comparto degli alti burocrati, inoltre, presto subirà nuovi ritocchi visto che il 28 scade il termine per la presentazione delle domande per i 14 posti a tempo determinato: un avviso che, però, potrebbe fare a pugni con una norma contenuta nella Legga di Stabilità che prevede la copertura dei posti liberi con i dirigenti delle abolite province. In caso contrario, tutto annullato. Certo, bisognerà capire come la cosa si applica in Sicilia dove la riforma dei liberi consorzi è ancora a metà e c’è l’autonomia, ma qualcuno già pregusta i ricorsi.

AGGIORNAMENTO

È stata covnocata per il 2 febbraio, alle 9.30, una nuova assemblea dei dirigenti. Il documento firmato da un terzo dei burocrati evidenza gli eventuali profili di illegittimitá della delibera con cui è stata tagliata la retribuzione.

 


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