La Commissione paritetica Stato-Regione ha approvato la delibera che consente alla Sicilia di spalmare in 10 anni sui propri bilanci il residuo del disavanzo di circa 500 milioni di euro. Via libera anche all’attuazione del dl 118 sull’armonizzazione contabile in base allo statuto autonomistico, all’introduzione dei revisori dei conti per la Regione, all’abolizione del controllo preventivo degli atti della programmazione europea e alle norme di contabilità giudiziaria. E’ quanto apprende l’ANSA. La delibera sarà trasmessa alle Sezioni riunite della Corte dei conti per il parere, quindi arriverà in Consiglio dei ministri per l’approvazione.
Per capire come è nato il disavanzo Armao ha costituito una commissione di studi e proprio il suo presidente Giovanni Sapienza ha provato a spiegare, in una conferenza stampa di qualche giorno fa, qual è l’origine del buco: “Riteniamo che la variazione di bilancio approvata con la legge 31 del 2015 abbia applicato male le norme sul bilancio pubblico causando un errore e quindi lo squilibrio”. Secondo gli esperti nominati dall’Assessorato ci sarebbero state delle anomalie nella cancellazione e nella re-imputazione di quasi 11 miliardi di euro di residui attivi fatta dal precedente governo regionale, a cavallo tra la vecchia gestione contabile e quella del decreto legislativo 118 sull’armonizzazione contabile. Una mossa che avrebbe causato, dunque, la crescita del disavanzo della Regione.