PALERMO – L’Ufficio scolastico Regionale per la Sicilia ha presentato stamattina i risultati del monitoraggio annuale in 2.535 plessi di scuola primaria, secondaria di primo grado e secondo grado. I dati sono stati diffusi nell’ambito della seconda edizione siciliana di Didacta Italia in corso a Misterbianco, dal Direttore Generale dell’Usr Sicilia Giuseppe Pierro nel corso di una conferenza di servizi alla presenza dei dirigenti scolastici della regione.
L’indice di dispersione scolastica
Da un confronto tra gli anni scolastici 2021-22 e 2022-23, si rileva in calo l’indice di dispersione scolastica globale che in Sicilia passa dal 4,55% al 4,14%. Una leggera diminuzione del fenomeno si registra sia nelle scuole secondarie di primo grado (medie) sia nelle superiori. Stazionario il dato nella scuola primaria.
I dati
In particolare, nella scuola secondaria di primo grado l’Idsg è passato dal 2,72% nell’anno scolastico 2021-22 al 2,26% dello scorso anno con 3.145 casi di dispersione scolastica su un totale di 138.881 iscritti. Negli istituti superiori sono 19.170 i casi segnalati su un totale di 218.355 iscritti, con una percentuale del 8,78% contro il 10,7% dell’anno scolastico 2021-22. Nella scuola primaria sono 1004 i casi rilevati su un totale di 206.545 iscritti, con un indice globale dello 0,49% contro lo 0,48%.
L’intervento del direttore Pierro
“L’indagine è limitata al campo di osservazione dell’Usr – dice il Direttore Pierro – ossia al primo e secondo ciclo di istruzione. Sebbene ciò che emerge è un segnale dell’efficacia delle numerose azioni di contrasto alla dispersione scolastica poste in essere dalle istituzioni scolastiche, anche in collaborazione con Enti del Terzo Settore e altre istituzioni coinvolte, comprese le Procure per i minorenni, Comuni e Forze dell’Ordine, rimane tuttavia preoccupante il fenomeno nel suo complesso così come misurato da altri indicatori europei (Elet di Eurostat e Neet di Istat) così come anche quello della povertà educativa strettamente connessa ai territori economicamente e socialmente più svantaggiati”.