Diventerà Bellissima al bivio| sul voto al referendum - Live Sicilia

Diventerà Bellissima al bivio| sul voto al referendum

Sabato ad Agrigento il tema sarà uno dei punti all’ordine del giorno della convention del movimento del presidente
VERSO IL VOTO
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Domani i colonnelli di Diventerà Bellissima, riuniti ad Agrigento per una convention promossa dai deputati regionali, dovrebbero sciogliere la riserva sul voto referendario. Sì, no o libertà di coscienza: le tre opzioni in campo saranno valutate dal presidente Nello Musumeci e dai dirigenti del movimento consapevoli delle partite sotterranee che si celano dietro il posizionamento. Da un lato il potenziale alleato Matteo Salvini che ha schierato il Carroccio sul sì, dall’altro un no che potrebbe indebolire la compagine giallorossa portando al voto anticipato. E sopra ogni cosa a farla da padrone c’è una considerazione di non poco conto: la riforma costerebbe alla Sicilia la perdita di un numero significativo di rappresentanti a Roma. Nel frattempo impazza il dibattito interno.

Savarino contraria

La deputata regionale Giusi Savarino si dice personalmente contraria alla riforma. “Domani decideremo insieme e prenderemo una posizione comune. Io sono stata deputata nel 2001 con novanta deputati in assemblea e lo sono adesso che sono settanta”, premette. Poi snocciola una serie di preoccupazioni.  “Ritengo che le provincie siano poco rappresentate e che alcuni territori rischino di non avere voce. Se questo lo si vede con il tagli effettuato all’Ars, in misura maggiore si potrà avvertire a livello nazionale, in più, ritengo personalmente, che sarà molto più facile condizionare il voto di poche persone con il rischio che possano venire fuori operazioni poco trasparenti portate avanti dai lobbisti”, argomenta Savarino.

I dubbi di Aricò e Zitelli

La riforma convince poco anche Alessandro Aricò, capogruppo di Diventerà Bellissima all’Ars. “Domani ci sarà un dibattito e decideremo quali indicazioni dare al nostro elettorato”, dice e azzarda una previsione. “Probabilmente daremo libertà di voto perché da un lato il risparmio dei conti pubblici è stata sempre una nostra battaglia, dall’altro, io ritengo, questa è la mia posizione, che in democrazia non si debba risparmiare sulla rappresentanza politica”, dice. “Personalmente ritengo che se si volevano risparmiare un tot di milioni di euro si poteva pensare a un taglio degli stipendi. I costi importanti sono i costi del Palazzo, delle istituzioni di Camera e Senato. Quando abbiamo ridotto di un terzo la rappresentanza territoriale si crea invece uno svantaggio per le regioni più piccole”, argomenta Aricò. “La Sicilia, in termini di percentuali di rappresentanza, sarà quella che subirà maggiori tagli rispetto alle altre regioni: questo ci convince fino a un certo punto. Purtuttavia, riteniamo che sul taglio si siano espresse diverse forze politiche e che la riforma vada studiata in maniera minuziosa perché sappiamo che non si basa soltanto sul taglio dei parlamentari, ma ci sono tutta una serie di appendici che vanno studiate con estrema attenzione”, spiega.  Non si discosta di molto la posizione del deputato regionale Giuseppe Zitelli. “Domani ci incontreremo per fare il punto della situazione sul movimento, il dibattito sarà aperto alla base per cercare di capire dove siamo diretti”, spiega il deputato ed esprime qualche dubbio sulla riforma. “Personalmente non credo che il problema si risolva così: ad esempio nel nostro territorio la riforma andrebbe ad incidere sulla non rappresentanza delle provincie interne della Sicilia, causando un deficit in termini di democrazia e confronto”, argomenta Zitelli che aggiunge “domani ci confronteremo anche su questo tema”.

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