CATANIA – E’ un tragitto immerso nel dolore ma indirizzato dalla luce della speranza e della solidarietà. E’ la rotta che porta alla scelta di donare gli organi. Una decisione che al Cannizzaro di Catania ha accomunato nove famiglie, nove drammi affrontati con la chiave della generosità. “Da ottobre 2016 a oggi abbiamo avuto nove donazioni. Tre si sono registrate solo negli ultimi 30 giorni”, spiega il direttore generale del Cannizzaro Angelo Pellicanò, all’indomani della notizia dell’espianto di organi della giovane mamma di Leonforte.
“Sono tutte storie tragiche – aggiunge il manager – quella di ieri era una giovane di 32 anni con tutta la vita davanti, poi ripenso al giovane studente falciato sulla strada o l’agronomo annegato in mare”. Ma nei pensieri di Pellicanò ci sono anche le vite salvate grazie all’espianto di organi. Il direttore generale pone l’accento sulla grande professionalità dei medici che operano al Cannizzaro. “Tutto si svolge nell’arco di 12 ore”, spiega il manager. “Il bilancio è veramente positivo, così come lo è il trend siciliano sulla donazione degli organi. Sono dati che permettono di limitare i cosiddetti viaggi della speranza”.
La scelta di donare gli organi è un percorso di sensibilità e anche di consapevolezza. “Quello che spinge a questo grande gesto, oltre allo spirito di solidarietà, è il conforto che la donazione degli organi possa in qualche modo prolungare la vita del congiunto scomparso”, afferma Pellicanò. “Ma è anche la prova che i familiari hanno avuto fiducia nella struttura – dichiara – ed hanno la consapevolezza che abbiamo fatto tutto il possibile per salvare la vita al loro caro. Perché – conclude il direttore generale – la nostra missione primaria è quella di salvare vite”.