CATANIA – Un punto fermo: la tutela della salute non può competere solo a i medici o a chi rappresenta il sistema sanitario. Ciascuno deve fare la propria parte. È il modo di intendere, “sentire”, percepire il valore della vita che soprattutto può tradursi nella necessità personale di compiere una scelta.
Un bisogno di chi riceve, ma anche e soprattutto di chi dà. Su questo asset in particolare si è costruito il convegno di lunedì 18 novembre al Liceo statale M. Cutelli e C. Salanitro, promosso – su impulso del dott. Giacomo Scalzo, direttore del Centro Regionale Sangue della Regione siciliana – dalla dirigente prof. Elisa Colella, e rivolto agli studenti della curvatura “Biomedico” e “Diritto internazionale” del Liceo, “L’organizzazione dell’emergenza sangue, la grave carenza di plasma e l’adesione volontaria e libera a corretti stili di vita”.
Obiettivo di chi scommette su una puntuale, corretta, appassionata informazione e azione di sensibilizzazione: risvegliare la motivazione personale, tenuta insieme da conoscenza e sensibilità. Il mondo dei giovani, spesso contraddittorio, è il luogo per seminare.
E l’attenzione è stata massima nell’aula magna gremita per l’incontro che ha saputo parlare con semplicità ed efficacia, dando peso e responsabilità al gesto di ognuno, grazie anche alle testimonianze personali di chi ha scelto di dare la vita ad altre persone a partire dalla perdita di un proprio caro, nel caso del trapianto di organi, e al coinvolgimento degli studenti nelle esercitazioni di primo soccorso, su cui si è soffermata descrivendo comportamenti corretti e modalità, la dott.ssa Isabella Bartoli, direttore della Centrale operativa del 118 Catania, Ragusa, Siracusa.
“Pur se il dato relativo alla donazione di sangue indica che la raccolta attualmente riesce a garantire l’autosufficienza nazionale, emerge un elemento di criticità relativamente a preoccupanti squilibri tra le regioni italiane”, ha detto in apertura la dirigente.
“Donare rende felici”
“La nostra è tra le regioni dove si soffre maggiormente di una carenza significativa, per numero limitato di donatori. Eppure – ha sottolineato Colella – la scienza lo conferma, l’esperienza lo dimostra: donare rende felici. Emozioni come la felicità e uno stato di benessere sono strettamente collegati all’atto della donazione”.
“Generosità e affidabilità – continua Colella – caratterizzano donatrici e donatori, predisposizione emotiva e presenza di carica ormonale, ed io credo fortemente che sia arrivato in Sicilia il tempo di dar vita a un ricambio generazionale”.
Secondo il report del dott. Santi Sciacca, direttore del Centro trasfusionale Arnas Garibaldi, sono trentadue gli studenti maggiorenni che questa mattina nell’autoemoteca messa a disposizione dall’azienda ospedaliera e collocata negli stalli blu antistanti l’Istituto su concessione del Comune, si sono sottoposti ai test di idoneità di predonazione.
Dieci invece i minorenni che hanno dichiarato disponibilità a donare e al momento della presentazione dell’autorizzazione di entrambi i genitori, compiuti i 18 anni, potranno farlo direttamente.
L’intento dell’intervento del Centro Regionale Sangue alla presenza del sindaco Enrico Trantino e delle massime autorità nel campo dell’organizzazione dell’emergenza urgenza del 118, del centro trasfusionale dell’Arnas Garibaldi, dell’associazione donatori di sangue Amici del Garibaldi, del Pronto soccorso dell’AO Cannizzaro, dell’Aido e dell’Aidmo vuole essere, ha detto Scalzo quello di “aiutare le nuove generazioni a riflettere sul valore che va dato alla vita affinché attraverso la donazione spontanea, libera, consapevole e responsabile della donazione del sangue possa aderire a corretti stili di vita per una vita da vivere con pienezza e passione, puntando a prendere la vita nelle proprie mani per farne un capolavoro (Giovanni Paolo II”).