Donna morta a Giarre| Borsellino: "Subito chiarezza" - Live Sicilia

Donna morta a Giarre| Borsellino: “Subito chiarezza”

"Quanti morti ci devono essere per avere una sanità normale?”. E' la denuncia di Calogero Coniglio, del sindacato Infermieri. La famiglia Mercurio ha nuovamente occupato i binari della ferrovia a Giarre. Borsellino: "Giarre diventa un presidio territoriale d'emergenza".

CATANIA – La morte di Maria Mercurio ha provocato un sussulto nella comunità giarrese che da sabato ha iniziato una battaglia fatta di proteste concrete e esposti alla Procura della Repubblica per la riapertura del pronto soccorso. Questa mattina i familiari sono tornati sui binari della ferrovia e hanno nuovamente bloccato alcuni convogli causando dei disagi ai trasporti su rotaia.

Tutto questo mentre a Catania, alla sede dell’Asp 3, l’assessore regionale alla Sanita Lucia Borsellino ha presieduto una riunione operativa con manager e dirigenti dell’azienda sanitaria per trovare risposte all’emergenza. Un incontro a porte chiuse per i cronisti ma anche per i familiari della donna defunta, che con i proprio legali hanno già presentato regolare denuncia ai carabinieri. Ieri il medico legale Carlo Rossitto ha svolto l’autopsia sulla salma della donna deceduta così come disposto dal pm Alessia Natale.

Al termine della riunione la Borsellino ha annunciato che “il presidio ospedaliero di Giarre diventa un presidio territoriale di emergenza con l’integrazione di servizi h24 e la stabilizzazione dei pazienti”. L’assessore regionale alla Salute ha precisato che questa decisione “non è da mettere in relazione” con la morte della donne di 53 anni avvenuta sabato scorso a Giarre. Borsellino ha anche detto che il processo di rifunzionalizzazione della rete ospedaliera a Giarre ha avuto ”una accelerazione” da quanto accaduto. ”Oggi – ha aggiunto – abbiamo stabilito come integrare i servizi in termini di orario e di personale. Un ulteriore passo avanti che abbiamo fatto è  la medicalizzazione di alcune postazioni del 118, in particolare quella di Mascali, che non era medicalizzata e via è la previsione di medicalizzare quella di Riposto”.

”Siamo qui – ha detto – perché stiamo monitorando lo stato di avanzamento di un percorso iniziato da mesi che riguardava l’efficientamento di tutta la rete sanitaria della provincia. Era tutto previsto nella delibera della Asp dell’aprile scorso” con la quale era stata avviata la rifunzionalizzazione del presidio ospedaliero di Giarre e che prevedeva, tra l’altro, la soppressione del pronto soccorso e la sua riconversione in Pte. “Sono queste – ha detto Borsellino – coincidenze che possono capitare in termini temporali rispetto ad un percorso di riqualificazione che é assolutamente in progresso”. “Non si torna indietro rispetto a quelle che sono le decisioni assunte nell’ambito della rete ospedaliera – ha aggiunto – e quello che stiamo portando avanti e’ un percorso ordinario che riguarda il processo di rifunzionalizzazione della rete ospedaliera”.

L’assessore regionale alla salute ha precisato che il processo che riguarda Giarre interesserà tutti i presidi ospedalieri di analoghe dimensioni”. “Spero che anche in questo caso – ha detto – si faccia subito chiarezza rispetto alle cause del decesso perchè questo può sgombrare il campo da qualunque interconnessione che viene naturale fare quando accadono eventi del genere assolutamente spiacevoli. Oggi ho avuto modo di incontrare i familiari della donna e di esprimere il cordoglio delle istituzioni sanitarie nel loro complesso”. “Mi sento vicina ai familiari. Nel corso del mio mandato e degli assessori che mi hanno preceduto – ha aggiunto – questi eventi possono ben capitare ma indipendentemente dalle cause e dalle connessioni che viene spontaneo fare nell’immediato dell’accaduto, l’amministrazione non si può fermare e deve dare risposte ad una collettività vulnerata da un evento avverso del quale non conosce le cause”.(ANSA)

Intanto la protesta coinvolge anche gli operatori della sanità. Il sindacato degli infermieri ha inviato una nota:

“Ancora una volta il territorio di Giarre subisce il processo di demolizione del presidio ospedaliero che assiste attualmente un’utenza di circa 100.000 abitanti, ma in tema di emergenza sanitaria si è vista scippare letteralmente il pronto soccorso, oggi trasformato in una semplice casa di riposo che offre anche pochi servizi. Una condizione che non ha gli strumenti per battere la concorrenza delle morti improvvise. Il decesso della donna di soli 52 anni (Maria) avvenuta il 23 maggio, avvalora ancora di più la nostra preoccupazione già posta al Questore, al Prefetto, ai direttori generali e ai media, per quello che sta avvenendo nel territorio di Giarre. In Sicilia quanti morti ci devono essere per avere una sanità normale?”. E’ la denuncia di Calogero Coniglio, segretario regionale della FSI-CNI Coordinamento Nazionale Infermieri Sicilia aderente alla Federazione Sindacati Indipendenti.

Maurizio Cirignotta Dirigente Sindacale FSI-CNI ed RSU all’Asp 3: “Il 118 ha una organizzazione che agisce sul territorio attraverso ambulanze medicalizzate e non, i protocolli sono standardizzati per mantenere in vita il paziente in attesa del medico, in caso di arresto cardiaco. Nel caso in questione gli operatori sono arrivati da Mascali sul posto in soli 12 minuti in quanto l’altra ambulanza era impegnata sul territorio per un TSO. Il coinvolgimento dell’elisoccorso, infatti, presuppone per l’immediatezza dell’emergenza, soli 6 minuti. Il sistema certamente funziona ma l’anello mancante della catena è proprio il pronto soccorso di Giarre che non ha un servizio adeguato alle esigenze del territorio, infatti i tempi ed i costi si sarebbero dimezzati. Le colpe, quindi, non possono ricadere sempre sugli operatori 118 che puntualmente subiscono le aggressioni perché in prima linea, ma sulla dirigenza dell’ASP 3 e della Regione che deve prendersi tutte le responsabilità dei fatti accaduti, solo nell’arco di 30 giorni sono morte ben due persone per ritardi o altro”.

“Mi chiedo cosa possano guadagnare l’ASP 3 e la regione siciliana – conclude Coniglio – vagliando solo direttive ed ordini di servizio collegati ad un marketing-economico finanziario che nei fatti ha portato alla chiusura del P.S. di Giarre. Il costo economico di tali scelte si ritiene ambiguo viste le denunce subite e la grande emorragia di denaro pubblico dovuta alla demolizione da parte dei cittadini delle stesse infrastrutture sanitarie ed all’esborso di reperibilità e straordinari al personale infermieristico, medico e sanitario, oltre che all’intervento dell’elisoccorso. Occorre, quindi, dare input ad una maggiore organizzazione sanitaria del territorio in riferimento alle emergenze e ad un maggior impegno da parte della della nuova dirigenza dell’ASP 3 di Catania da un lato, e dalla regione siciliana dall’altra ad assumere personale sanitario e rivedere la rete ospedaliera”.

 

 


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