Catania, la droga, il clan Santapaola-Ercolano e quel pizzino al cappellano

La droga, i Santapaola-Ercolano e quel pizzino al cappellano

L'appunto rinvenuto di Salvatore Rinaldi, detto “Turi Millimachini”, ritenuto un uomo di punta della mafia catanese e gli interrogativi degli inquirenti.
UNA STORIA INQUIETANTE
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CATANIA. Che il clan Santapaola-Ercolano, usando propri fedelissimi e facendo leva, a volte, su pittoreschi personaggi riconducibili al vecchio clan ennese di Tano Leonardo, sia letteralmente egemone nella città di Enna e in larga parte della provincia, gli investigatori non hanno dubbi da anni. Ma di certo nessuno, o in pochi, avrebbero immaginato che a portare la droga in carcere ai catanesi – nel carcere di Enna sono reclusi diversi santapaoliani, declassati a detenuti comuni – fosse un sacerdote.
Eppure il sospetto oggi emerge dalle carte relative all’arresto di padre Rosario Buccheri.

Lo scrive il gip Giuseppe Noto, nell’ordinanza di convalida del sacerdote ex carabiniere – già condannato per un vecchio reato contro il patrimonio da giovane – ed è un dato non da poco, emerso dalla richiesta del Pm di Enna Domenico Cattano: emergono “profili inquietanti sul suo possibile inserimento in un contesto di criminalità, anche di tipo organizzato di elevato spessore delinquenziale”. 

Più nello specifico, nella documentazione sequestrata a padre Buccheri c’era anche un foglietto di carta, un pizzino, proveniente da un esponente della famiglia Santapaola. Il soggetto in questione, arrestato nel 2021 per traffico di cocaina, è Salvatore Rinaldi, detto “Turi Millimachini”, meccanico della Zia Lisa ritenuto un uomo di punta della mafia catanese. Nell’ordinanza del gip ovviamente non viene riportato il testo del biglietto, che presumibilmente dovrà essere oggetto di specifiche attività investigative. È presto per azzardare ricostruzioni di qualunque genere, ma allo stato il termine più indicato, probabilmente, è proprio quello che usa il gip: “Inquietante”. 

Va evidenziato infine che a padre Buccheri sono state sequestrate ingenti somme di denaro, una pistola calibro 38, due sciabole, un fucile a canne mozze e numerosissime munizioni. Più vari foglietti di carta. Un’operazione importante compiuta dal Corpo di Polizia penitenziaria in servizio a Enna e dal nucleo investigativo centrale, nucleo regionale di Palermo della Penitenziaria.


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