CATANIA – È arrivata la sentenza definitiva per i membri dell’organizzazione di narcotrafficanti italo-albanese scoperta dalla Guardia di Finanza nell’ambito dell’inchiesta Rosa dei Venti. La Cassazione (ad eccezione di un annullamento in merito al calcolo della pena per una posizione) ha rigettato e ritenuto inammissibili i ricorsi presentati dai difensori. È diventato quindi irrevocabile il verdetto della Corte d’Appello di Catania che il 18 dicembre 2020 ha condannato tutti gli imputati. La decisione della Suprema Corte è arrivata mentre l’imputato chiave del processo, Moisi Habilaj (imparentato con un ex ministro del Governo di Tirana) è, infatti, latitante. Il trafficante albanese -condannato a 15 anni e 5 mesi – è scomparso da San Michele di Ganzaria, dove era agli arresti domiciliari, i primi di gennaio dello scorso anno. I carabinieri sono andati a casa per il solito controllo e non lo hanno trovato. Habilaj qualche giorno prima, a fine dicembre 2020, era stato accompagnato dai poliziotti della Squadra Mobile al Commissariato di Caltagirone per alcuni accertamenti sulla sua posizione giuridica. Un fatto che potrebbe essere collegato alla scelta di fuggire. Per alcuni il narcotrafficante – attraverso i suoi contatti – potrebbe essere tornato in Albania. Una rete di protezione potrebbe aver favorito la sua fuga e la sua latitanza. Ma su questo ci stanno lavorando investigatori e magistratura.
Ma torniamo alla sentenza della Suprema Corte di Cassazione, emessa lo scorso martedì. Nel dispositivo si legge che “annulla nei confronti di Gianluca Passavanti limitatamente al trattamento sanzionatorio (2 anni e 8 mesi) con rinvio ad altra sezione della Corte d’Appello di Catania, rigettando il ricorso nel resto”. Insomma si dovranno ricalcare gli anni di pena. La Cassazione invece “rigetta i ricorsi di Angelo Busacca (6 anni e 10 mesi), Moisi Habilaj, Antonino Riela (15 anni e 5 mesi), Vincenzo Spampinato (9 anni), Maridian Sulaj (8 anni), Nezar Saiti (6 anni e 8 mesi)”. La Suprema Corte “dichiara inammissibili i ricorsi di Rosario Giuliano e Giuseppe Greco”, entrambi condannati in appello a 1 anno e 10 mesi.
L’inchiesta delle Fiamme Gialle aveva scoperchiato un intenso traffico di droga e kalashnikov via mare dai Balcani alla Sicilia. Un giro d’affari milionario che è stato bloccato dalla Finanza etnea e che ha portato ripercussioni anche politiche in Albania.