PALERMO – È tornato nella casa da dove ava tentato di scappare calandosi dal terzo piano attraverso la tubatura del gas. A Giuseppe D’Angelo sono stati concessi gli arresti domiciliari. Il tribunale del Riesame ha annullato l’ordinanza con cui era stata aggravata la misura cautelare.
D’Angelo, difeso dall’avvocato Salvatore Ferrante, era stato coinvolti nel blitz contro la mafia di Porta Nuova. Farebbe parte delle rete che si occupa dei traffici di droga agli ordini di Cosa Nostra.
Il giorno che i carabinieri andarono ad arrestarlo scelse la strada della fuga rocambolesca. I militari, visti i suoi tentativi del passato, si erano organizzati. Avevano cinturato l’abitazione e lo fermarono quando credeva di essere riuscito nel suo intento.
Gli iniziali arresti domiciliari previsti dal giudice furono subito tramutati in carcere. Un aggravamento della misura impugnata dall’avvocato Ferrante.
Quest’ultimo ha sostenuto che il tentativo di fuga non andato in porto non incideva sulla valutazione della pericolosità sociale e sul rischio di reiterazione dei reati rispetto all’iniziale ordinanza di custodia cautelare.
Non si conosce ancora la motivazione del provvedimento, ma la tesi difensiva dovrebbe avere fatto breccia nei giudici. D’Angelo torna ai domiciliari.