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E’ ancora Saloon delle Lapidi

Urla, risse e minacce in consiglio
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Urla, insulti, minacce, scontri fisici evitati solo all’ultimo e un clima da rissa continua da fare invidia perfino a un ring di pugilato. Benvenuti a Sala delle Lapidi, la storica aula del consiglio comunale di Palermo che nelle ultime due sere si è trasformata nell’indegna cornice di scontri politici finiti quasi alle mani. Mentre negli attigui uffici il commissario Luisa Latella continua la propria maratona di incontri e riunioni, che ormai si susseguono senza sosta per tentare di salvare i conti del Comune e il futuro delle società partecipate, a qualche metro di distanza i consiglieri comunali non trovano niente di meglio da fare che inveire gli uni contro gli altri davanti all’attonito sguardo di giornalisti e dipendenti.

Motivo dello scontro, questa volta, una delibera che dovrebbe sostituire i consigli di amministrazione delle società partecipate con amministratori unici. E se da un lato il centrodestra accusa le opposizioni di essere venute meno agli impegni presi davanti al commissario in conferenza dei capigruppo, dall’altro centrosinistra e Terzo polo puntano il dito contro l’ex maggioranza rea, a loro dire, di voler lasciare immutate le cose per poter fare campagna elettorale usando le società partecipate e i loro servizi. Uno scontro non da poco, quindi, che assume assai più rilevanza proprio alla vigilia della competizione elettorale.

Ma fin qui nulla di nuovo. Gli scontri verbali, anche accesi, sono ormai la cifra stilistica di questo Consiglio che non riesce ad approvare nemmeno le delibere più semplici e sulle quali c’è l’unanimità. Peccato che questa volta il confronto politico sia finito in rissa. Martedì sera è toccato al presidente Alberto Campagna e a Giovanni Greco, il primo del Pdl e il secondo di Aps. I due deputati regionali, in realtà, non si sono mai amati ma martedì sono arrivati talmente vicini allo scontro fisico da dover costringere i colleghi ad intervenire. Qualcuno dice anche che sia partito qualche calcio, ma tutto è finito lì. Non senza una buona dose di urla e insulti assai coloriti.

Ieri sera la scena si è quasi ripetuta. Questa volta i protagonisti sono stati Mimmo Russo dell’Mpa e Giulio Tantillo del Pdl. Mentre il capogruppo dei berlusconiani parlava, infatti, il consigliere autonomista si è avvicinato per contestarlo e da lì a poco è successo di tutto. Se Tantillo, paonazzo in viso, toglieva gli occhiali pronto al contatto fisico, dall’altro Russo tentava di avvicinarsi frenato dai colleghi accorsi in veste di pacieri. Il tutto, ovviamente, condito da accuse reciproche di minacce. Una situazione talmente al limite da costringere Campagna a sospendere la seduta e a mandare tutti a casa, aggiornando i lavori a stasera. E dire che scene di questo genere, sebbene sempre impressionanti, non sono nemmeno una novità. Lo scorso anno, in occasione del primo maggio, mentre si discuteva di Gesip, un consigliere cominciò a far roteare un vaso in sala giunta, con tutta l’intenzione di lanciarlo all’indirizzo di un collega seduto poco distante. Fine non andato in porto solo per il pronto intervento dei colleghi.

E così, mentre Palermo affoga nei suoi problemi, presa al collo da una crisi economica che fa chiudere le imprese e partire i licenziamenti, Sala delle Lapidi non trova niente di meglio da fare che azzuffarsi e litigare in un’Aula in cui praticamente non funziona nulla: microfoni rotti, orologio storico fermatosi un giorno dopo essere stato riparato (alla modica cifra di circa un migliaio di euro), televisore a schermo piatto perennemente spento e praticamente mai acceso. Finisce così alle ortiche quel clima di distensione e ritrovata unità per il bene della città che si era intravisto all’insediamento del commissario. Delle segnalazioni della Latella, messe nere su bianco in una missiva, nemmeno l’ombra. Il consiglio, per ora, ha altro a cui pensare.


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