È scattata l'ora del fuoco "amico" - Live Sicilia

È scattata l’ora del fuoco “amico”

Palermo 2012
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3 min di lettura

L’ora del tutti contro tutti è scattata. A tre settimane dal voto, si alza il livello dello scontro tra i partiti, e come non di rado accade quando si va alle urne con il sistema proporzionale, i fendenti più decisi volano tra “vicini di casa”, che si contendono lo stesso bacino elettorale.

Oggi è toccato al segretario dell’Udc siciliana Gianpiero D’Alia accendere la miccia della polemica, sparando bordate a destra e a manca. Ce ne sono state per il Pdl, alleato dei casiniani a Palermo, accusato da D’Alia di “traccheggiare” con Lombardo per schivare le elezioni anticipate. Ma anche per Marianna Caronia e Alessandro Aricò, accusati di utilizzare il simbolo dello scudocrociato con un’azione di disturbo verso i casiniani. Le repliche, come da copione, non sono tardate. Innocenzo Leontini, capogruppo del Pdl all’Ars, ha rispedito al mittente le critiche, definendo “intervento-boomerang” quello di D’Alia e accusando proprio l’Udc di inciuciare all’Ars per strappare fondi in finanziaria per il Caf Messina. Tranchant il finiano Fabio Granata, che parla di “evidente nervosismo di D’Alia” dettato a suo dire dalla “crescita inarrestabile” del suo candidato Alessandro Aricò. Chiude la galleria Toto Cordaro del Pid, che senza menzionare espressamente i parenti-serpenti dell’Udc, definisce “sciacalli” quanti hanno mollato troppo tardi Lombardo. Schermaglie. Che danno la cifra della tensione che attraversa i partiti in vista di una tornata elettorale carica di incognite, in cui tutti giocano una partita che travalica abbondantemente la dimensione locale del voto amministrativo.

Qualcosa del genere a Palermo accade anche a sinistra, con Fabrizio Ferrandelli e i suoi sponsor del Pd quotidianamente impegnati (fino a oggi pomeriggio) più nel tiro all’Orlando che nell’attacco al centrodestra. Oggi l’ex sindaco s’è preso a distanza la dose quotidiana di attacchi, Ferrandelli l’ha definito “sleale”, ma anche Lombardo lo ha accusato di essersi candidato per “vendicarsi della sua creatura”. Un’escalation quotidiana di invettive che però danno l’impressione che la candidatura di Orlando, e la sua capacità di attrarre il voto disgiunto, sia guardata con crescente preoccupazione dagli avversari. E il meglio, o forse sarebbe il caso di dire il peggio, è ancora da venire, c’è da scommetterci.

Il tutto mentre l’Ars ancora si barcamena alle prese con un bilancio quanto mai faticoso e nel giorno in cui è stata fissata la data dell’udienza preliminare per Raffaele Lombardo. Si terrà il 9 maggio, in mezzo ai due turni delle amministrative. E per quanto il governatore ostenti calma olimpica (dicono che oggi alla riunione del gruppo dell’Mpa non abbia minimamente accennato alla vicenda), i tempi stretti della giustizia potrebbero accelerare il timing per portare la Sicilia al voto anticipato a ottobre o novembre. Non tutti ci credono, però. Anche se dalle parti del Pd se ne parla ormai come di cosa certa e oggi anche Angelino Alfano si è detto pronto. L’impressione è che al momento i partiti preferiscano temporeggiare in attesa di pesarsi alle urne il 6 e 7 maggio. Sarà il risultato delle urne, più che i ceffoni di questi giorni di campagna elettorale, a definire i contorni della sfida per le prossime regionali, a partire dalle date e dalla geometria, tutt’altro che scontata, delle coalizioni che si sfideranno.


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