Eas, la rabbia dei lavoratori: | "Ancora una volta senza stipendio" - Live Sicilia

Eas, la rabbia dei lavoratori: | “Ancora una volta senza stipendio”

L'ente il liquidazione dal 2004
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Non c’è pace per i lavoratori dell’Eas, l’ente acquedotti posto in liquidazione dal 2004. Ma ancora pieno di problemi. Per la terza volta dall’inizio dell’anno, infatti, i lavoratori dell’Ente hanno deciso di protestare in maniera ufficiale la propria rabbia. Dopo una serie di “puntuali ritardi” nell’arrivo delle buste paga, infatti, i dipendenti non hanno ricevuto nemmeno lo stipendio di marzo.

Per questo hanno deciso di scrivere una lettera aperta, indirizzata tra gli altri anche al presidente della Regione Raffaele Lombardo e all’assessore all’Economia Gaetano Armao. “I dipendenti – si legge nella lettera – devono ringraziare ancora una volta i ‘comandati abusivi’, perché grazie a loro, che tutt’oggi non hanno regolarizzato il comando, non riceveranno gli emolumenti di marzo”.

Quindi, ecco una sfilza di attacchi, rivolti a “questa amministrazione inetta e sterile che non riesce ad assumersi le proprie responsabilità, capace solo di ‘manciate e schiticchi’”, ai “’comandati’ venuti solo per riscaldare la poltrona e intascare solo le onerose indennità dell’Eas”, ai “finti sindacalisti aziendali che abbassano le braghe solo perché devono continuare a percepire l’indennità di presidenza o magari altri che devono continuare ad andare in trasferta tutti i giorni o altri che continuano a farsi autorizzare straordinario in barba ai lavoratori dell’Eas”.

Insomma, ce n’è per tutti, dal commissario liquidatore Agostino Equizzi, al dirigente generale Francesco Di Chiara, considerato un “comandato abusivo” perché avrebbe firmato alcuni atti senza che fosse stato prorogato il suo incarico di dirigente generale dell’ente. Un contratto scaduto il 31 dicembre del 2011 e rinnovato grazie a una delibera di giunta solo il 23 febbraio scorso (con indennità inferiore al 30% di quella percepita da un dirigente generale della Regione).

“Basta – prosegue la nota – con le continue prese in giro o con ‘la colpa è sempre di tizio e di caio’, i lavoratori sono consapevoli che soltanto l’organo di vigilanza si è preoccupato con tempestività di garantire gli stipendi dei dipendenti dell’Eas, al contrario di un gruppo ristretto di persone che pur senza atti formali continua a fare braccio di ferro e garantirsi prebende e privilegi. I lavoratori dell’Eas – si chiude la lettera – meritano rispetto e dignità e chiedono con esasperazione che questi personaggi rassegnino le proprie dimissioni ognuno per le proprie responsabilità”.

E quello dei lavoratori è solo l’ultimo “sfogo”. Nelle scorse settimane, infatti, gli stessi dipendenti avevano lamentato il pessimo stato in cui versa la sede dell’Eas in via Giacomo Del Duca, sulla quale è già calato uno sfratto esecutivo per morosità, giunto dal “padrone di casa” Unicredit. Ma non solo. I lavoratori lamentano di aver dovuto pagare di tasca propria la benzina per le missioni, di aver ricevuto con ritardo anche lo stipendio di febbraio, e di lavorare persino in locali ridotti nei mesi scorsi in condizioni pietose, a causa della “sospensione del servizio di pulizia per mancanza di liquidità della cassa”.  E sullo sfondo, a pesare sull’Ente, i nove milioni di euro vantati da diversi creditori, oltre ai 7,7 milioni richiesti alla Regione dall’ex liquidatore Marcello Massinelli.


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