Eccidio di San Gregorio |Trentasette anni dopo - Live Sicilia

Eccidio di San Gregorio |Trentasette anni dopo

Questa mattina le autorità civili e militari hanno ricordato i tre servitori dello Stato.

SAN GREGORIO – Il ricordo dei servitori dello Stato uccisi a San Gregorio. Trentasette anni fa morivano per mano mafiosa il vice brigadiere Giovanni Bellissima e gli appuntati Salvatore Bologna e Domenico Marrara. L’agguato ai danni dei tre carabinieri è portato a termine da uno spietato commando intenzionato a liberare e uccidere (qualche giorno dopo) il boss Angelo Pavone, alias faccia d’angelo, che quella mattina deve essere trasferito dal carcere di Catania a quello di Bologna. Il casello autostradale di San Gregorio diventa così teatro di una delle pagine più nere nella storia della comunità catanese. Questa mattina le autorità civili e militari hanno ricordato i tre servitori dello Stato. Il sindaco Carmelo Antonio Corsaro ed il  Comandante Provinciale dei Carabinieri di Catania,  il Colonnello Francesco Gargaro hanno adagiato una corona d’alloro  nei pressi del monumento voluto dal comune in ricordo dei tre militari. La cerimonia si è conclusa nella chiesa madre di San Gregorio con la celebrazione di una santa messa officiata dal parroco Don Ezio Coco.

Tra i presenti anche i figli dell’appuntato Marra, Agata e Rosario, i rappresentanti delle associazioni di carabinieri in congedo e i giovani studenti dell’istituto comprensivo “Purrello”. A conclusione della cerimonia in chiesa il comandante provinciale Gargaro ha sottolineato che “tutte le volte che accade una tragedia simile è tutta la collettività ad esserne colpita oltre alle vittime che hanno perso la vita in un fatto ignominioso ad opera di criminali senza scrupoli”. “La memoria dei tre carabinieri morti coraggiosamente nell’assolvimento del loro dovere – ha aggiunto – sia viva e durevole e forte come la pietra lavica di cui è composto il monumento che ricorda la strage”. Anche il sindaco di San Gregorio ha voluto lanciare un forte monito ai giovani.  “E’ importante mantenere viva la memoria di fatti come questi, e ciò per evitare che gesti eroici, valori come fedeltà allo Stato, rigore per il proprio dovere, dignità personale e sociale, non si perdano nella confusione globale della vita di oggi”. Agli studenti il primo cittadino ha ricordato che “la legalità, la democrazia, sono garantite dalle forze dell’ordine che operano costantemente affinché i cittadini vivano la loro vita con sicurezza e libertà”.

 

 


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