“Una rivoluzione”. Il primo Piano dell’offerta formativa “a costo zero” è stato illustrato oggi dal presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo, dall’assessore alla Formazione e Istruzione Mario Centorrino e dal dirigente generale Ludovico Albert. “Una rivoluzione”, ripetono più volte governatore e assessore, rivendicando una scelta coraggiosa, che ha sollevato non poche polemiche.
Ma il cosiddetto “Avviso 20” è pronto, “dopo un lavoro intenso – racconta Albert – svolto da parte di un gruppo di lavoro interno all’assessorato, in una specie di bunker dal quale non poteva entrare, né uscire alcuna informazione”. Il Piano verrà finanziato dall’Europa (Fondo sociale, Asse II), per una cifra complessiva di 286.602.073 euro.
La maggior parte di questi fondi verrà indirizzato ai corsi di formazione per i giovani (circa 170 milioni), seguito dai cosiddetti “Ambiti speciali” (altri 100 milioni), mentre 14 milioni andranno alla “Formazione permanente”.
L’elemento “caratterizzante” di questo piano, è il cosiddetto “costo standard”. La stessa ora di lezione, insomma, “costerà” allo stesso modo, a prescindere dall’ente che se ne occuperà: 129 euro (25 euro in più in caso di allievi disabili). Altro fattore di discontinuità col passato è la durata del piano, che sarà triennale: “Questo consentirà agli enti – spiega l’assessore Centorrino – di poter anche programmare la propria attività. Sarà più facile, così, avere enti virtuosi”.
Sono 681 i progetti al momento approvati e coinvolgeranno quasi 45 mila allievi. “Siamo molto soddisfatti – ha dichiarato Centorrino – soprattutto per aver rispettato i tempi. Per una volta tempi ‘europei’. Abbiamo davvero riformato il settore”. Per molti lavoratori, però, questa “rivoluzione” potrebbe coincidere con minori tutele, ma l’assessore puntualizza: “Non abbiamo messo sulla strada nessuno. Nessuna macelleria sociale. Abbiamo operato una riforma ‘in punta di piedi’, stabilendo finalmente regole chiare in un settore nel quale sono stati commessi molti errori, anche, a volte, da parte dell’amministrazione regionale”. Ma la vera novità è il fatto che nel prossimo bilancio della Regione, al capitolo “Formazione professionale” corrisponderà la spesa di zero euro. “Abbiamo sottratto la gestione di questo settore – prosegue Centorrino – alle rigidità del bilancio. E ci siamo sforzati anche di adeguare i corsi ai bisogni lavorativi della Sicilia. Certo, tutto è migliorabile e migliorerà certamente nei prossimi anni”. Ma per Centorrino, un fatto fondamentale è rappresentato dal fatto che “i progetti adesso saranno pagati in base alla qualità: frutto del rapporto tra il numero di iscritti al corso e gli allievi che effettivamente arrivano fino in fondo”.
Sul tema dei lavoratori, poi, l’assessore precisa: “Abbiamo introdotto la Cassa integrazione in deroga e abbiamo legato alla Formazione professionale il Piano del lavoro, col quale si potrà contribuire alla riqualificazione e all’accompagnamento alla pensione di molti lavoratori”. Insomma, grande orgoglio, e anche qualche sassolino da togliere dalla scarpa: “Ieri ho sentito dei dipendenti del Cefop, un ente con un buco di decine di milioni di euro, prendersela con la Regione per il ritardo degli stipendi. Qualcuno ha detto persino – prosegue Centorrino – che per colpa di questi ritardi, alcune donne hanno deciso di prostituirsi. Ora – conclude l’assessore – in questi mesi me ne hanno dette di tutti i colori. Ma essere anche un favoreggiatore della prostituzione mi pare un po’ troppo”.
“Abbiamo cercato – ha spiegato il direttore Ludovico Albert – di rendere le regole più semplici possibili. Verranno pagate le lezioni effettivamente svolte. Verranno svolte verifiche – ha aggiunto – anche attraverso un ‘registro elettronico’ che segnerà le presenze di allievi e docenti”.
“Da oggi – ha concluso il presidente Lombardo – cambia il rapporto con i lavoratori della Formazione, che fino a ieri si consideravano dipendenti regionali a tutti gli effetti. Verrà meno quella ‘elasticità’ nelle assunzioni, cresciute a dismisura negli anni fino al 2008. Assunzioni esagerate, che forse rappresentavano uno specie di ‘scambio’ che presupponeva, da parte della politica, un controllo più scarso”.
“Siamo riusciti – ha dichiarato il segretario regionale della Uil Claudio Barone – a tutelare decine di migliaia di lavoratori della Formazione professionale. Non è passato, infatti, il tentativo di rendere questo settore del tutto precario consentendo che ci fossero contemporaneamente licenziamenti e nuove assunzioni. Inoltre – ha aggiunto – l’utilizzo dei Fondi europei presentava alcuni vincoli e definire una ‘griglia di salvaguardia” a tutela dei lavoratori, senza incorrere in sanzioni, non è stato semplice e ha richiesto capacità tecniche non indifferenti. Adesso – ha concluso – è necessario fare ripartire subito l’attività. I lavoratori in Cig stanno perdendo una quota del loro reddito per cui speriamo che già da aprile possano riprendere l’occupazione. La gestione dei corsi dovrà però cambiare. Gli enti dovranno avere una visione meno burocratica e distribuire meglio nel territorio l’attività formativa”.
Più critico il sindacato Snals Confals: “La regione in condizioni finanziarie disastrose ribalta – ha dichiarato Fabrizio Russo – le contraddizioni irrisolte della formazione siciliana a cominciare dai costi di gestione degli enti che spesso sono state utilizzate come indirette forme di finanziamento dei politici siciliani. In taluni casi anche forme di arricchimento personale.
In sostanza – ha concluso – il dipartimento alla formazione professionale trasferisce il costo ed il peso degli enti oggettivamente “insolventi” dalla regione Sicilia alla Europa”.