PALERMO – Sono lavoratori edili, ma risultano metalmeccanici. Lavorano nei cantieri della rivoluzione digitale, ma spesso devono rinunciare a una parte dei propri diritti, soprattutto quelli legati alla sicurezza. Entro un anno e mezzo Palermo avrà la sua rete internet ultra veloce. La digitalizzazione della città sarà possibile grazie al maxi appalto per la posa e l’installazione della fibra ottica: un investimento di 90 milioni di euro con il quale Open Fiber, stazione appaltante partecipata da Enel e Cassa depositi e prestiti, coprirà l’80% di abitazioni e strutture commerciali (224 mila). A condurre i lavori sono tre grandi aziende: Ati Ericsson, Sirti e Sielte. Ma i sindacati degli edili puntano il dito contro alcune delle 24 aziende subappaltatrici, in larga parte piccole ditte locali, che, per risparmiare sui costi, spesso inquadrano i lavoratori che effettuano opere tipicamente edili con contratti da metalmeccanici. Creando un danno sia in termini di salari e contributi, ma soprattutto in termini di sicurezza dei lavoratori.
A oggi sono 35 i cantieri aperti in città con una ricaduta occupazionale che coinvolge mille tra tecnici e operai, una boccata d’ossigeno per il settore edile che, come certificano i dati dell’Osservatorio dell’Ance Sicilia e della Cassa edile di Palermo, è in crisi da dieci anni. Eppure, pur riconoscendo il valore economico e occupazionale dell’operazione, i sindacati parlano di rischio sicurezza. E i cantieri per la fibra ottica sembrano solo il caso più evidente, la classica punta dell’iceberg. “Siamo molto preoccupati – spiega il segretario della Fillea Cgil e vicepresidente della Cepima Francesco Piastra -. La maggior parte dei lavoratori ha subito la migrazione dal contratto edile a quello metalmeccanico, con un grave danno perché non è più prevista la formazione, che per gli edili è specifica e di 16 ore. E molti infortuni sul lavoro sono dovuti proprio all’assenza di questa formazione”.
Secondo gli ultimi dati Inail, relativi ai primi otto mesi dell’anno, in Sicilia gli infortuni sul lavoro sono stati 18.760, di cui 4.025 solo a Palermo. Con 682 “morti bianche”, di cui 11 nel capoluogo. A trainare il dato sugli infortuni è proprio il settore dell’edilizia: il 13,8% degli incidenti è avvenuto nei cantieri edili. Un dato che i sindacati attribuiscono a una legislazione poco chiara, che consente di inquadrare i lavoratori con contratti diversi da quelli edili, e ai controlli insufficienti nei cantieri.
I lavori per la posa della fibra ottica FTTH, acronimo per “fibra fino a casa”, sono iniziati un anno fa e al momento interessano soprattutto le zone di Brancaccio, via Malaspina e via Terrasanta, via Oreto, via Messina Marine, Viale Regione, Corso Calatafimi, Tommaso Natale, Cruillas, via Ernesto Basile, via Imperatore Federico. A questi si aggiungono quelli della Tim che si concentrano su via Libertà, Corso Finocchiaro Aprile, Corso dei Mille e via dei Quartieri. Ma i cantieri si spostano con un ruolino di marcia serratissimo. Soprattutto grazie alla nuova tecnologia “One Day Dig”, con cui è possibile scavare una trincea di 15 cm, posare la fibra e ripristinare il manto stradale in un solo giorno.
Paolo D’Anca, segretario della Filca-Cisl di Palermo e Trapani, chiama in causa le tre aziende vincitrici dell’appalto che “hanno l’obbligo di vigilare ma tollerano questo fenomeno. Soprattutto per i grandi appalti, come quello della fibra ottica, applicare un contratto diverso da quello edile, garantisce un grande risparmio. Ma falsa le gare d’appalto e inquina tutto il mercato del lavoro”.
Un problema che, a sentire il segretario generale Fenea Uil, Vito Panzarella, esiste da anni e assume un carattere nazionale: “Le aziende tentano di applicare il contratto meno oneroso, ma così stanno distruggendo il comparto edile. Il costo di un lavoratore edile è mediamente più alto dell’8% rispetto al metalmeccanico e arriva a costare fino al 30% in più rispetto a quello agricolo. Ma non si può risparmiare sulla sicurezza dei lavoratori”.
La richiesta dei sindacati è chiara: riconoscere il cantiere come unica unità produttiva, in cui sia privilegiato il contratto edile e garantire che sicurezza e formazione abbiano lo stesso costo e siano uguali per tutti. A prescindere dalla tipologia contrattuale. Accanto al tema della sicurezza, a preoccupare le sigle sindacali è anche la riduzione dei salari, dei contributi e la perdita dell’anzianità professionale, che si matura con 2100 ore in un biennio.
Sul tema interviene anche il presidente della Cassa edile di Palermo Salvo Russo, rappresentante dell’Associazione dei costruttori di Palermo (Ance) nell’ente bilaterale di mutualità e assistenza. Il problema si ripercuote pesantemente sull’intero comparto edile. Dal 2007 il calo in termini di iscritti alla Cassa edile di Palermo è stato vertiginoso: “È una situazione gravissima. Edile e metalmeccanico sono due mestieri diversi. Io credo che non sia legale e tutti i casi vanno denunciati alle autorità competenti. Il fenomeno è iniziato in sordina, ma il sistema si sta diffondendo a macchia d’olio. E più si diffonde più le aziende lo utilizzano. E più il settore edile ne soffre”.