CATANIA – L’analisi del Centro Studi di Assoesercenti sui dati Banca d’Italia – Istat consente una precisa fotografia sull’andamento del settore edile e sulle previsioni 2023-2026.
Secondo lo studio, il PNRR se attuato entro il 2026 potrebbe determinare un aumento consistente della domanda di lavoro in numerosi settori di attività economica. Il comparto delle costruzioni, secondo i dati di Banca d’Italia – Istat, analizzati dal Centro Studi di Assoesercenti, è il destinatario principale dei fondi del Piano e registrerebbe la variazione dell’occupazione più elevata in termini assoluti. Secondo queste rilevazioni, “negli ultimi anni il settore ha registrato una crescita importante per gli investimenti effettuati, stimolati dalle politiche fiscali per gli interventi di riqualificazione del patrimonio abitativo, con livelli occupazionali che nel 2022 sono cresciuti del 15,3 per cento rispetto a quelli del 2019 (+235 mila addetti). Si valuta che il PNRR nel settore costruzioni potrebbe determinare una crescita occupazionale notevole, stimata in circa 62.000 persone su base annua nella media del periodo 2023-26, pari al 6,5 per cento dei dipendenti e al 4 per cento degli occupati totali nelle costruzioni del 2019. La Sicilia, con circa 7.500 domande di lavoro stimate, si colloca al 2° posto nazionale, con una incidenza del 12% sul totale nazionale”.
E le nuove risorse messe a disposizione dal PNRR risultano rilevanti rispetto al valore aggiunto regionale del comparto delle costruzioni, particolarmente nelle regioni meridionali. Guardando ai settori nello specifico, spiccano i progetti legati allo sviluppo della rete ferroviaria e alla rigenerazione urbana in Sicilia.
Per quanto riguarda le categorie, in Sicilia la maggior parte delle risorse è destinata al comparto dei lavori specializzati delle costruzioni (53,8 per cento), a seguire il comparto delle opere di ingegneria civile (41,2 per cento) e quello edile (5 per cento).
“Il valore aggiunto attivato dal PNRR in Sicilia”
Alle risorse assegnate al settore delle costruzioni, in ogni regione si associa la generazione di un valore aggiunto alimentato sia dagli effetti diretti della produzione interna, sia da quelli indiretti, in relazione a quanto ritorna all’edilizia attraverso gli altri comparti (cioè l’impatto che l’attività negli altri settori, stimolata dalle risorse allocate alle costruzioni, ha a sua volta sul settore edile). In termini di valore aggiunto, attivato nelle costruzioni, la Sicilia si colloca al 1° posto con un + 14 per cento della media del periodo 2023-26 rispetto alla media del 2019.
Se si considera che per il totale del nostro Paese si parla di circa il 6 per cento in media all’anno, la crescita del valore aggiunto per la Sicilia sarebbe di oltre il doppio, mentre si collocherebbe al di sotto o a pari con la media nazionale per quasi tutte le regioni settentrionali, caratterizzate da livelli inferiori di risorse stanziate.
In valore assoluto, invece, la ripartizione regionale del valore aggiunto indotto dal PNRR mostra come circa la metà dell’effetto complessivo sia riconducibile a cinque regioni: Campania, Sicilia, Lombardia, Lazio e Puglia, ovvero dove le risorse stanziate, in termini assoluti, sono maggiori con la Sicilia che si colloca al 2° posto dopo la Campania.
Ancora, secondo la Banca d’Italia, in linea con quanto precedentemente rilevato, a proposito dell’ammontare di risorse stanziate e del conseguente effetto sul valore aggiunto, le regioni in cui l’impatto sull’occupazione è maggiore in termini percentuali si trovano nel Mezzogiorno e, in particolare, in Sicilia, Calabria e Basilicata.
Ma ovviamente, l’effettiva domanda aggiuntiva di nuovi lavoratori dipenderà anche dall’evoluzione dell’attività nelle costruzioni, in base anche agli interventi legati agli incentivi fiscali per la riqualificazione degli immobili residenziali, che hanno cambiato la dinamica del settore nell’ultimo biennio. Per cui, se la richiesta dovesse retrocedere, anche l’occupazione incrementale generata dal PNRR si ridimensionerebbe, dato che parte dell’attività da questo generata potrebbe essere svolta da manodopera già assunta o mediante il reimpiego di lavoratori a tempo determinato il cui contratto è nel frattempo cessato.
Considerando quindi la distribuzione delle figure professionali nei comparti e le risorse stanziate a livello regionale in ogni ambito, ci si attende che in Sicilia la domanda aggiuntiva di lavoratori sarà particolarmente elevata per gli operai specializzati, seguita da quella rivolta agli operai semplici. La richiesta di queste due figure professionali peserebbe rispettivamente per oltre il 53 per cento e oltre il 24 per cento.
“Questo exploit – afferma il presidente Assoesercenti, Salvo Politino – è legato al Pnrr e alle iniziative ad esso collegate, spesso di valore rilevante, che trainano la crescita degli importi. La forte spinta sul mercato determinata dagli interventi promossi con il Piano rappresenta un’opportunità irripetibile per l’ammodernamento e la riqualificazione del nostro Paese. Quello che ci preoccupa sono i ritardi nell’investimento delle risorse, la mancanza di figure professionali qualificate negli enti e la mancanza di manodopera”.