Edy Bandiera, il nuovo corso con De Luca: "I nostri temi in Europa"

Edy Bandiera, il nuovo corso con De Luca: “I nostri temi in Europa”

Il vicesindaco di Siracusa, l'agricoltura e la pesca. L'intervista

SIRACUSA – Edy Bandiera, vicesindaco di Siracusa dopo essere stato “tradito” da Forza Italia. Alle spalle ci sono 12 anni di militanza nel partito di Berlusconi e l’addio che gli ha fatto trovare una nuova casa, quella dei Deluchiani. Adesso è candidato alle europee. Ecco i temi e le prossime mosse.

Riavvolgiamo il nastro, un anno fa ha lasciato Forza Italia, perché?
“Come è noto ero il candidato, secondo le previsioni, che con ampia probabilità avrebbe fatto vincere il centrodestra al primo turno”.

“Forza Italia ha deciso di tradirmi e il centrodestra ha perso malamente, rispetto a una coalizione che mi ha visto in ballottaggio in maniera determinante”.

Quindi si è sentito tradito?
“Sì, il risultato mi ha dato ragione nelle valutazioni e nelle scelte, dopo 12 anni in Forza Italia. Non sono mai andato a caccia di prebende, ma in gioco c’era il territorio in cui sono nato e cresciuto”.

Come nasce l’avvicinamento a Cateno De Luca?
“Nasce quando ero assessore regionale e lui era un ottimo deputato, fino a quando si dimise per andare a fare il sindaco di Messina. Entrambi siamo stati uomini che amministrano bene i territori di appartenenza”.

“Quando sono uscito da Forza Italia in 30 secondi ho parlato con lui puntando sul progetto di Cateno De Luca presidente della Regione”.

Adesso state affrontando la battaglia per le europee, cosa è cambiato?
“Ci siamo ritrovati nel primo partito siciliano per consensi che adesso è diventato un partito nazionale. Siamo in campo per riuscire a superare la soglia di sbarramento, siamo più che fiduciosi in una crescita costante, che riscontriamo nelle nostre interlocuzioni con la gente”.

Qual è l’obiettivo?
“Portare a Bruxelles una pattuglia di deputati con le mani libere, pronti a battersi per fare cambiare rotta un’Europa che non ci piace, che ha il dovere di mettere al centro e valorizzare le identità, i territori, le peculiarità e le eccellenze”.

“Mi riferisco a quelle alimentari, dell’agricoltura e della pesca, che in virtù della mia professione e della mia esperienza da assessore, sono i temi dei quali mi sento maggiormente portatore in questa campagna elettorale”.

Che fase stanno attraversando adesso l’agricoltura e la pesca in Sicilia?
“C’è una crisi strutturale perché nonostante che l’Europa investa nella Pac un terzo del bilancio dell’Unione, è sbagliata l’impostazione, perché è stata tradita la mission originaria”.

“La Pac doveva servire a una strategia di approvvigionamenti per quantità e salubrità degli stessi. Un sistema che non è autosufficiente è aggredibile, peggio delle bombe”.

Cosa bisognerebbe fare?
“Se si parla di sicurezza degli approvvigionamenti, l’Europa ha tradito la sua mission con i trattati con i Paesi extra-Ue, che invadono i mercati con prodotti che fanno crollare i prezzi, riducendo alla fame i nostri agricoltori e dall’altro attentano alla nostra salute”.

“Non a caso, da assessore regionale avevo messo in piedi un sistema di controlli nei nostri porti che si è distinto con oltre 5.500 verifiche in Sicilia”.

Come regolare i rapporti con gli altri Paesi?
“Bisogna cambiare gli accordi commerciali con i Paesi terzi. Altro punto è il fatto che l’Europa non si occupa del Mediterraneo, lasciando i nostri pescatori a casa con restrizioni e controlli satellitari delle barche. Ai delinquenti mettono il braccialetto elettronico, ai pescatori le telecamere”.

“Quando la Libia invade le acque territoriali l’Europa non dice niente. I nostri pescatori stanno a casa a patire la fame mentre le barche dei Paesi frontalieri fanno quello che vogliono”.

La prossima mossa?
“Siamo in campagna elettorale su tutto il territorio siciliano e sardo. La gente quando ci ascolta apprende appieno le nostre ragioni, si sente rappresentata da Cateno De Luca per primo, riteniamo di avere le ricette per far sì che in Sicilia si possa puntare su un modello di sviluppo che fa leva sulle nostre potenzialità, agroalimentare, mare e tutte le risorse alimentari che ci ha donato la nostra storia”.


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