Edy Tamajo: "Io candidato? No, sarà Schifani"

Edy Tamajo: “Schifani sarà candidato, è ovvio anche per Fratelli d’Italia”

Intervista con l'assessore. Che parla proprio di tutto

Assessore  Tamajo, partiamo dal domandone che ricorre: lei, per caso, sta coltivando l’idea di candidarsi da presidente alle prossime regionali?
“No. E lo dico ad alta voce, per evitare che questo gossip politico continui a inquinare il mio impegno e i miei sacrifici per la Sicilia e il mio partito. Faccio parte della giunta Schifani e con il presidente si sta facendo un buon lavoro. Mi sembra ovvio che sarà lui il prossimo candidato naturale del centrodestra per proseguire l’opera”. 

Edy Tamajo, assessore regionale alle Attività Produttive, macchina di voti e del consenso, forzista, dopo giorni caratterizzati dalle increspature, decide di mettere nero su bianco il suo pensiero, con una intervista al nostro giornale.

Come sono i suoi rapporti col presidente Schifani?
“Renato è colui che mi ha dato la possibilità di poter gestire l’assessorato alle Attività Produttive. Ho grande stima umana e politica nei suoi riguardi. Nutro solo una preoccupazione”. 

Quale?
“Non vorrei che qualcuno speri in un’incrinatura dei rapporti tra me e il presidente, per un tornaconto politico. Diceva Andreotti: “A pensare male, si fa peccato, ma spesso si indovina…'”. 

Torniamo alle regionali: e se, al momento opportuno, Fratelli d’Italia rivendicasse la candidatura, per esempio, del presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno? Qualcuno sussurra che sarebbe possibile...
“Mettiamo le carte in tavola: Gaetano Galvagno è un ottimo politico, ma sono convinto che anche Fratelli d’Italia abbia ben chiaro che il presidente Schifani debba continuare a governare. E sono certo che il bravo presidente dell’Ars mi potrà dare ragione”.

L’ultima riflessione sul centro, nel suo blog, è apparsa a taluni come un manifesto politico, un lancio di qualcosa. Lei come risponde?
“Veda, direttore, questa intervista è sincera. Nessun retro-pensiero, nessuna strategia politica. Il mio ultimo post, nel blog Tamajo.it, non è una chiamata alle armi, né un manifesto. I miei valori umani e politici sono racchiusi in quelle righe. I miei amici, chi mi vota, chi crede in me, coltivano la stessa visione, che si nutre di identità cattolica, riformista, progressista e contro ogni forma di estremismo. Ho l’onore di fare parte di un partito, in cui ancora oggi fortunatamente, posso esprimere il mio pensiero politico. Forse ad alcuni sembrerà strano: ma questi sono i fatti. Posso aggiungere una cosa?”.

Prego
“È la storia politica dell’Italia: tutti vogliono accaparrarsi il centro di questo Paese; le mie riflessioni sono in linea con quanto affermato più volte dal segretario Tajani. A parer mio è importante rafforzare il centro per un centro-destra sempre più competitivo. Gli elettori moderati per troppo tempo non hanno avuto un punto di riferimento e spesso, basta riguardare il flusso dei voti, hanno dato la preferenza ad altre fazioni politiche, scivolando, magari, verso l’area di sinistra. Ecco, noi li abbiamo riportati a casa, dentro FI, come dimostra il consenso ottenuto alle Europee”.


Qual è lo stato di Forza Italia in Sicilia e come sono i suoi rapporti con i colleghi di partito?
“I risultati delle elezioni regionali prima, e poi di quelle per Bruxelles, danno la misura di quanto questo partito valga in ambito nazionale e di quanto ancora possa crescere. Probabilmente a qualcuno questo dato non piacerà, ma, da quando siamo in Forza Italia, il partito ha raggiunto cifre davvero importanti non solo a Palermo e provincia, ma in tutta la Sicilia. Sono numeri che non si ottenevano da un po’ di anni. Lavoro tanto per Forza Italia, che per me è la mia casa, con spirito di sacrificio, umiltà e passione. Queste tre parole sono il corollario del mio impegno in politica. Ho un ottimo rapporto con i miei colleghi. Forse dovrebbe esserci più unità. Dovremmo fare tutti più ‘spogliatoio’. Ma questo è un tema che rientra nelle competenze del segretario regionale, Marcello Caruso”.

Sente ancora intorno a sé il forte consenso che l’ha portata a essere il recordman delle preferenze alle scorse Europee?
“È aumentato in maniera esponenziale. Al di là di ogni tragediatore o nemico della contentezza. In questa terra di gattopardiana memoria succede che, quando uno lavora e fa bene, crea invidie e mal di pancia”. 

Non è che si è pentito di avere rinunciato al seggio di Bruxelles in favore di Caterina Chinnici?
“Ma scherza? Caterina Chinnici è un pezzo di storia della Sicilia e per noi è un orgoglio aver contribuito a riportare a Bruxelles chi rappresenta i migliori valori di questa terra. Continuo a rimanere a disposizione del partito e il segretario Antonio Tajani lo sa”. 

Ritiene che la sua lealtà sia stata apprezzata fino in fondo?
“Ne sono certo. Sono una persona di fede e credo molto al destino. E sono sicuro anche di un’altra cosa: la mia lealtà è apprezzata dai miei amici, da chi mi vuole bene e dai miei elettori”. 

Parliamo della rotazione di dirigenti e superburocrati, è vero che ci sono state tensioni col presidente Schifani?

“Ho semplicemente detto a un suo collega una verità che tutti conoscono: il direttore generale Carmelo Frittitta ha fatto e sta facendo bene ed è un validissimo burocrate. Sarebbe un errore spostarlo altrove. Però, con la premessa che non esiste nessun braccio di ferro con il presidente Schifani, è altrettanto giusto che decisioni così delicate, come è la rotazione dei dirigenti, restino in capo a chi per legge, per esperienza e sensibilità politica, ha il dovere e la responsabilità del governo della Regione”.

Quindi?
“Quindi, sono certo che il presidente, in maniera oculata, prenderà le sue decisioni. In questi giorni sono stato anche accusato di essere il regista degli appelli stampa, lanciati da numerose associazioni di categoria a favore di Frittitta. Lavoro 18 ore su 24 e non ho tempo per queste cose. Il direttore non ha bisogno di mie difese o sponsorizzazioni. Ha la stima massima nel settore in cui opera. Ma in primis, ne sono certo, del presidente Schifani. 

C’è molta preoccupazione a Catania per la vicenda della STMicroelectronics, qual è la sua posizione?
A giorni convocherò l’azienda ma anche i rappresentanti del Mimit ad un tavolo, per capire quale è a oggi lo stato dell’arte di questa vicenda che preoccupa prima di tutto i lavoratori e le loro famiglie”. 

Soddisfatto della sua attività da assessore?
“Sono certo che si può fare sempre meglio.  Ma in questi due anni e mezzo sono tanti i bandi che hanno avuto un riscontro positivo dal tessuto imprenditoriale. Come sono state molte le vertenze con un lieto fine. Una fra tutte: l’ex Fiat di Termini Imerese”.

Nel 2027, data delle elezioni regionali, cosa farà Edy Tamajo?
“Direttore, lei ci riprova? Le ho già detto che non sono candidato alla Presidenza della Regione siciliana. Ma un desiderio per il 2027 lo coltivo: spero di guardare una partita del nostro Palermo in serie A”.


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