Elezioni, come andò nel 2013 | Pd perde 7 punti, boom della Lega - Live Sicilia

Elezioni, come andò nel 2013 | Pd perde 7 punti, boom della Lega

Il M5s era primo partito, ora è votato da un siciliano su 2. Forza Italia regge. Leu non funziona.

PALERMO – Il crollo, oltre che nelle dichiarazioni, è nei numeri. Da Bersani a Renzi, il confronto tra i risultati delle Politiche del 2013 e quello delle ultime, per il Pd è sconfortante. Un calo vistosissimo in termini di voti e percentuali. Solo in parte spiegabili con la scissione che ha riguardato il partito, visto che nemmeno le forze politiche nate dalla separazione dai Dem hanno fatto segnare risultati incoraggianti. Regge, tutto sommato, Forza Italia che nel 2013 si presentò sotto forma di Popolo della libertà. Cresce il Movimento cinque stelle che fa registrare numeri storici, ma che già cinque anni fa era il primo partito in Sicilia. Ma il vero dato è il “boom” della Lega che nel 2013 era ancora Lega Nord. E si fermava a percentuali da prefisso. Adesso, supera il cinque per cento. Più di Fratelli d’Italia e di Liberi e uguali.

Il crollo del Pd

Il Partito democratico oggi ha un segretario dimissionario, dopo gli scarsi risultati in Italia. Scarsissimi in Sicilia. In realtà, nell’Isola i risultati sono stat di gran lunga più bassi di quelli ottenuti dal partito a livello nazionale anche cinque anni fa. Ma se nel 2013, nelle due circoscrizioni della Camera e in quella del Senato il Pd aveva comunque superato il 18 per cento, in occasione delle ultime Politiche, il risultato è compreso tra il “picco” del 12,28 ottenuto in Sicilia orientale alla Camera e il 10,58 ottenuto nella circoscrizione occidentale sempre della Camera. Quando è andata bene, insomma, il Pd ha perso sei punti. Quando è andata male, oltre l’8 per cento. Una media di 100 mila voti in meno in ogni circoscrizione. Una debacle.

Il fallimento di Leu

E se il Pd non ride, gli anti-renziani confluiti nel progetto di Liberi e uguali non possono certamente brindare per il loro risultato che oscilla tra il 2,62 e il 3,15. Per intenderci, nel 2013 solo Sinistra ecologia e libertà – che dovrebbe rappresentare, al netto delle modifiche nei nomi, una delle tre gambe di Leu – aveva ottenuto circa il 2 per cento. Non è cambiato molto, insomma, nonostante l’arrivo di dalemiani, bersaniani, civatiani e nonostante l’impegno in prima persona di Piero Grasso.

Forza Italia “regge”, boom lega

Le sconfitte clamorose nei collegi uninominali di molti suoi big certificano quella che è certamente una sconfitta. Ma Forza Italia, in termini di percentuali e di consenso ha certamente retto. Nel 2013, infatti, gli azzurri si presentavano all’interno del Popolo delle libertà, composto anche dai politici provenienti da Alleanza nazionale e da altri partiti moderati. Molti di quelli, nel frattempo, non militano più in Forza Italia e in molti casi nemmeno più nel centrodestra. Se però il Pdl conquistava nel 2013 percentuali attorno al 26 per cento, tre giorni fa il partito di Berlusconi in Sicilia ha comunque portato a casa tra il 20 e il 21 per cento dei consensi.

Cresce, di molto, Fratelli d’Italia, passato da percentuali tra l’uno e il due per cento, a quelle superiori al 3,5 per cento, vicine al 4 per cento. Ma il vero successo, anche per ragioni di natura sociale e geografica, è quello della Lega, passata da una media di 2.500 voti per circoscrizione, al risultato di 58 mila voti nel collegio occidentale della Camera, a quasi 67 mila voti in quello orientale e a quasi 120 mila voti al Senato. Dove cinque anni prima aveva ottenuto, appunto, poco più di tremila voti. Tradotto? Dallo 0 virgola qualcosa, a oltre il 5 per cento.

La Sicilia è del M5s

Era stato il primo partito nell’Isola già cinque anni fa. Ma il Movimento cinque stelle è riuscito a migliorare, e di molto, un risultato già straordinario. Se infatti nel 2013 le sue percentuali oscillavano tra il 30 e il 35 per cento, il 4 marzo ha segnato un vero e proprio plebiscito: oltre il 48 per cento ovunque, con picchi superiori al 60 per cento in alcune province. I siciliani già cinque anni fa aveva dato loro quasi il doppio dei consensi del Pd. Oggi, il M5s riceve quattro volte i voti dei Dem. Sono le due facce, felici e tristi, di queste elezioni.

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