Elezioni per la città metropolitana| I partiti lavorano a un listone - Live Sicilia

Elezioni per la città metropolitana| I partiti lavorano a un listone

Palazzo Comitini

Trattative per il consiglio del nuovo ente che sostituisce l'ex Provincia: il voto a settembre.

PALERMO – L’obiettivo è quello di una lista unica che metta dentro tutti, dai grillini al Pd passando per il centrodestra e la sinistra più radicale: più facile a dirsi che a farsi, secondo alcuni osservatori che temono che alla fine si vada allo scontro elettorale. La Città metropolitana è appena nata, eppure i suoi primi passi sono necessariamente “politici” con i partiti già in fermento e le trattative ancora in corso.

Insediatosi Leoluca Orlando, di diritto sindaco metropolitano in base all’automatismo imposto dal governo nazionale che premia il primo cittadino del capoluogo, adesso tocca infatti al consiglio metropolitano, ossia un organismo inedito che appare come un incrocio fra un classico consiglio e una classica giunta.

Diciotto componenti (oltre al sindaco metropolitano), consiglieri comunali o sindaci eletti da tutti i primi cittadini e i consiglieri dell’ex Provincia e con compiti di indirizzo politico e controllo. Un piccolo parlamentino che avrà però anche funzioni esecutive, visto che Orlando potrà scegliere un vice e assegnare alcune deleghe ad alcuni consiglieri che, secondo le previsioni, dovrebbero essere al massimo quattro o cinque. La norma regionale prevede che l’elezione, la cui data non è ancora stata fissata ma è prevista fra la seconda e la terza settimana di settembre, avvenga in base a liste sottoscritte da almeno il 5% degli aventi diritto al voto con una rappresentanza per genere non superiore al 60%.

Ma il vero nocciolo della questione, che rende tutto più complicato, è il voto ponderato: secondo alcune prime valutazioni, il solo consiglio comunale di Palermo dovrebbe determinare il 60% del futuro consiglio metropolitano, lasciando al resto della Provincia pochi margini di manovra. Un meccanismo nuovo per un ente nuovo che ha convinto i maggiorenti dei partiti a optare per una soluzione innovativa: un’unica lista in cui ci sia spazio per tutti, in proporzione al peso delle forze politiche e dei territori.

Una quadra non semplice da trovare, tanto che i partiti sono da tempo in fibrillazione: in tanti, tantissimi vorrebbero sedere nella sala Martorana di Palazzo Comitini e la corsa ad accaparrarsi il posto è già partita, mettendo i big in parecchia difficoltà. Orlando, per evitare eccessive tensioni, avrebbe proposto di eleggere soltanto sindaci e magari figure istituzionali, ma l’ipotesi non accontenta le opposizioni di Sala delle Lapidi che invece vorrebbero qualche scranno, forti dei numeri e del peso ponderato. “Se saltasse tutto e si andasse a più liste – ragiona un politico di lungo corso – Orlando rischierebbe di trovarsi in minoranza, con un centrodestra e un centrosinistra invece compatti”. I nomi dei candidati che circolano in questi giorni sono tanti, anzi tantissimi, ma restano tutti aleatori e appesi al filo della possibile lista unica: in caso contrario, anche dentro i partiti scatterebbero trattative serrate con calcolatrice alla mano.


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